Nelle Sale Il Testimone e Dolor Y Gloria con Bellocchio e Almadòvar avversari a Cannes

di Sara Grassotti

Una domenica quella in arrivo in cui nelle sale cinematografiche della Tuscia si proietta il grande cinema, quello in gara al Festival di Cannes che si concluderà con la premiazione alla Croisette il 25 maggio sera . Non c’è che scegliere, ma il consiglio è di non perdervi la visione di entrambi, meritano davvero e la nostra Nicole Chiassarini li vedrà poi per noi affidandoci la sua recensione. Il film di Bellocchio rappresenta unico e solo il nostro Paese a Cannes e facciamo nostra la dichiarazione dell’attrice Monica Bellucci nel cast di Les plus belles années d’une vie: “Il livello dei film è elevato ma io tifo e tiferò sempre per il mio Paese.

IL TESTIMONE : Con la regia di Marco Bellocchio e un vaste eccezionale:Pierfrancesco Favino, Luigi Lo Cascio, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Alessio Praticò
Il film riporta sullo schermo il primo grande pentito di mafia, l’uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata.

Cine Tuscia Village (Vitorchiano)
Cinema Etrusco (Tarquinia)

DOLOR Y GLORIA : la regia firmata da Pedro Almodóvar
con Asier Etxeandia, Julieta Serrano, Antonio Banderas, Penélope Cruz, Cecilia Roth
Un film autobiografico in cui un regista che non potrà più fare il suo lavoro ripensa al suo passato.

In visione al:

Cine Tuscia Village (Vitorchiano)
Cinema Etrusco (Tarquinia)

Questi i film in gara a Cannes- Premiazione il 25 maggio
72/ma edizione del Festival di Cannes (14-25 maggio). un solo film italiano: Il traditore di Marco Bellocchio.Sabato 25 maggio: red carpet e cerimonia di chiusura (h 19.15), premiazione, non perdiamocela.

I MORTI NON MUOIONO di Jim Jarmusch. Film di apertura. Il regista, in piena deriva zombie e con un supercast, ci mostra la pacifica città di Centerville assalita da un’orda di zombie affamati.

LES MISERABLES di Ladj Ly. Ispirato agli scontri nelle banlieu parigine del 2005, il film ruota attorno a tre membri di una brigata anti-crimine che sono sopraffatti mentre cercano di arrestare un uomo.

NIGHTHAWK di Juliano Dornelles e Kleber Mendonca racconta di un regista che decide di recarsi in un villaggio all’interno del Brasile per un documentario. Con il passare dei giorni i locali si rivelano strani come se nascondessero pericolosi segreti.

ATLANTIQUE, a firma della senegalese Diop, prima regista africana in concorso a Cannes, racconta una storia di migrazione. A Dakar alcuni muratori non pagati da mesi decidono di lasciare il paese imbarcandosi nell’Oceano.

SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach racconta la storia di Ricky e della sua famiglia, in lotta da sempre con i debiti dopo il crack del 2008. L’opportunità per riconquistare l’indipendenza si presenta a Ricky con un furgone in leasing e un lavoro da trasportatore.

LITTLE JOE della viennese Jessica Hausner è un fantasy distopico. Di scena una nuova pianta che sembra produrre cambiamenti nelle persone o negli animali con i quali viene in contatto. Le persone toccate dagli effluvi di questa pianta sembrano avere una personalità modificata.

DOLOR Y GLORIA di Pedro Almodóvar è una sorta di Amarcord autobiografico. Un regista non più giovane e senza futuro fa un viaggio nel passato dove riaffiorano vecchi sentimenti, grandi amori e delusioni.

THE WILD GOOSE LAKE di Yinan Diao racconta la storia di Alice e Joachim, che sognano il cinema. Una mattina un vagabondo prende Joachim per un criminale di nome Zoran, morto 21 agosto 1983, giorno della nascita di Gioacchino. Questa coincidenza ossessiona entrambi.

THE WHISTLERS di Corneliu Porumboiu vede un poliziotto impegnato a liberare un uomo d’affari da un’isola delle Canarie. Per farlo deve imparare il dialetto locale, lingua che include sibili e sputi.

PORTRAIT OF A LADY ON FIRE di Céline Sciamma è ambientato in Francia nel XVIII secolo e ha come protagonista una giovane pittrice alla quale viene commissionato un ritratto da sposa di Helose da fare a sua insaputa. Ma la frequentazione tra le due donne creerà tra loro una crescente attrazione.

A HIDDEN LIFE del regista filosofo Terrence Malick ci porta dentro un dramma della seconda guerra mondiale, quello di Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza che fu ghigliottinato dal Terzo Reich nel 1943.

YOUNG AHMED dei fratelli Dardenne entra in pieno nell’attualità. Di scena un adolescente belga che progetta di uccidere la sua insegnante dopo aver aderito ad un’interpretazione estremista di alcuni passi del Corano.

FRANKIE di Ira Sachs. La vita di una famiglia, vista attraverso tre generazioni, verrà stravolta da una gita in Portogallo, a Sintra, città storica conosciuta per i suoi giardini, ville e palazzi da favola.

C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD di Quentin Tarantino con Leonardo DiCaprio, Margot Robbie e Brad Pitt) è, a detta dello stesso regista, “una lettera d’amore per l’Hollywood della sua infanzia, un tour di musica rock del 1969 e un’ode al cinema nel suo insieme”.

PARASITE di Bong Joon-ho racconta come il primogenito di una famiglia povera riesca a trovare con un inganno lavoro presso una ricca coppia. E questo con conseguenze drammatiche.

MATTHIAS & MAXIME di Xavier Dolan racconta di un gruppo di giovani amici di Montréal che si rincontrano dopo anni. Tra questi Matthias e Maxime, migliori amici da una vita che si accorgeranno di essere innamorati proprio durante questa inaspettata reunion.

OH MERCY! di Arnaud Desplechin ci porta a Roubaix dove il capo della polizia locale e una neolaureata affrontano l’omicidio di una vecchia. I vicini della vittima, Claude e Marie, vengono arrestati.

MEKTOUB, MY LOVE: INTERMEZZO di Abdellatif Kechiche è il seguito della ‘suite’ cinematografica iniziata con Mektoub, My Love: Canto Uno. Ovvero le vicende umane di un gruppo di francesi di origine tunisina a partire da metà degli anni Novanta in poi.

IT MUST BE HEAVEN di Elia Suleiman. Un uomo fugge dalla Palestina alla ricerca di una nuova casa. Viaggia in diverse città, ma vede dappertutto la sua terra natale. Un racconto burlesco che esplora identità, nazionalità e appartenenza.

SIBYL di Justine Triet è il nome di una psicoterapeuta in crisi che torna alla sua prima passione: la scrittura. La sua ultima paziente Margot, attrice emergente e problematica, si rivela per lei una fonte di ispirazione allettante fino all’ossessione.

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