Nasce l’Unione Nazionale Organizzatori Eventi: “Uniti per far ascoltare le nostre istanze”

Business teamwork join hands together. Business teamwork concept

Nel 2020 il settore eventi ha subito danni piuttosto ingenti: la sospensione con procrastinamento e, più frequentemente, annullamento di eventi pubblici e privati, ha provocato perdite economiche di cui si sta ancora calcolando la dimensione esatta, comunque enormi e per cui, diversamente che in altri settori, non sono previsti rimborsi e risarcimenti, mentre l’improvviso e precipitoso calo di fatturato registrato dagli organizzatori ha ricadute negative anche nelle transazioni con i loro fornitori, diminuite in misura esponenziale.

Nel periodo cruciale dell’emergenza le attività del comparto sono state completamente interrotte e tra giugno e settembre sono riprese a rilento e solo parzialmente, mentre su di esse grava un forte aumento dei costi, incrementati per il necessario adeguamento di strutture e servizi alle normative sanitarie per il contenimento della propagazione del contagio. Si sono realizzati importanti investimenti per garantire la sicurezza, la sanificazione degli spazi e la gestione dei flussi di visitatori, dimostrando che si può operare e lo si può fare nel rispetto delle norme e del buon senso.

A tutela e in supporto di questa categoria, fortemente penalizzata dall’emergenza Covid-19, nasce l’U.N.O.E. Unione Nazionale Organizzatori Eventi – un’associazione in cui convergono le 48 aziende più rappresentative in Italia tra gli organizzatori di eventi, la prima dedicata a un settore sino a oggi trascurato e sottovalutato, con volumi di affari importantissimi che  generano  indotto sul territorio e sostengono artigianato, tipicità, prodotti DOP e IGP, e che sono portatori di qualità, tradizione, diversità nel mercato globalizzato.

I soci sono organizzatori di fiere in Italia e all’estero, organizzatori di eventi enogastronomici tipici (dallo street food di qualità ai wine taste festival), organizzatori di mostre mercato caratteristiche, sagre tipiche, eventi storici e tematici, wedding planning e convention.

Le imprese coinvolgono nel loro indotto standisti, espositori e sellers, tra cui spiccano soprattutto preziosi artigiani, antiquari, designer e agricoltori a kilometro zero. Oltre a questi, gli occupati coinvolti nella realizzazione di un evento sono diversi: allestitori, steward, addetti alla sicurezza, all’antincendio, alla pulizia, operatori sanitari e assistenti. Infine, queste aziende si avvalgono di consulenza specialistiche di architetti, ingegneri, grafici e addetti alla comunicazione e nello spostamento creano ulteriore indotto per trasporti e ricettività.

“U.N.O.E. nasce in seguito a un fermo totale di un settore che nessuno sta considerando a livello istituzionale – afferma il Presidente Alessandro Pollak – siamo stati bloccati per primi, da fine febbraio, e ora per ripartire ci eravamo adeguati alle linee guida regionali (per ciascuno diverse), con costi importanti per rispettare le regole di sanificazione e controllo, mentre ora, dopo nemmeno tre mesi, siamo di nuovo fermi con un calo di fatturato che supera il 90% quest’anno. Ci siamo uniti perché, nel rispetto della salute, vogliamo dare valore al nostro lavoro – prosegue il Presidente – ci sono 183.000 ambulanti e PMI che gravitano attorno ai nostri eventi, lavorano per lo più all’aperto, in piena tutela dei lavoratori e dei consumatori”.

U.N.O.E. si attende dal Governo un Ristoro specifico per la categoria obbligata a fermarsi: “Il DL Ristori prevede il sostegno a fondo perduto per la nostra categoria solo per il mese di aprile 2019 – specifica il Presidente – ma non possiamo basarci su introiti mensili poiché nel nostro comparto il fatturato di un singolo mese può essere legato alla realizzazione di un evento e quello dopo può essere pari a zero, quindi va assolutamente integrato”. U.N.O.E. chiede inoltre che i fondi non siano stanziati fino a esaurimento, ma in modo proporzionale, perché gli organizzatori di eventi di piccole dimensioni verrebbero penalizzati rispetto ai colossi delle grandi fiere internazionali.

Non solo non si sono potute portare a compimento le manifestazioni programmate, ma è mancata anche la necessaria pianificazione a lungo termine, scoraggiata dalla costante incertezza causata certamente dalla pandemia, ma che in nessun modo è stata arginata dalle politiche intraprese. Una situazione, questa, che si manifesta a seguito di un anno durante il quale l’intero comparto è stato fortemente penalizzato dalle incertezze sia sociali, sia normative e burocratiche, che hanno portato il fatturato a un calo che in media supera il 90%.

Le aziende vogliono guardare fin da ora al 2021 e invocano una pianificazione in tal senso, perché tra la riapertura e la programmazione reale corrono tempistiche importanti, in cui gli investimenti a livello di comunicazione, commercializzazione e promozione, non sono coperti dal consueto flusso di cassa: “Si tratta di una serie di aspetti specifici del comparto che sarebbero stati presi in considerazione se avessimo potuto partecipare alla pianificazione delle normative che riguardano la nostra categoria – conclude Alessandro Pollak – a questo scopo ci siamo uniti, per dare alle Istituzioni un interlocutore in rete, confidando di essere ascoltati e chiamati in causa da ora in avanti”.

L’U.N.O.E. e il suo Direttivo sono solidali con gli operatori del settore, in particolare quelli con sede nelle regioni rosse, e conferma la determinazione di essere la voce di una categoria portatrice di valore economico e sociale sia a livello nazionale sia locale; l’attività istituzionale proseguirà garantendo agli associati e agli operatori del comparto una reale rappresentatività, in modo che le future normative nazionali e locali tengano conto anche delle istanze degli organizzatori di eventi, troppo spesso inascoltate poiché inespresse a livello unitario.

Superare la crisi contingente per puntare a iniziative strutturali: così U.N.O.E. traccia la rotta per il prossimo futuro.

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