Mauro Zazzarini, Jazz e… Contemporary Art

Maurizio, per tutti Mauro, Zazzarini dal 31 maggio al 26 giugno torna a esporre le sue creazioni all’interno della BIG•MAD 2021 with Contemporary Art”, un progetto artistico a cura di Fabio D’Achille che si svolge presso la Benacquista Assicurazioni di Latina e che diventa sede espositiva di 12 esposizioni del museo d’arte diffusa per tutto il 2021.
Zazzarini musicista, sassofonista, premiato nel 2011 come Miglior Jazzista dell’anno agli Italian Jazz Awords, già docente e coordinatore del Dipartimento di Jazz al Conservatorio O.Respighi di Latina, concertista di esperienza quarantennale che vanta la collaborazione con i grandi nomi del jazz internazionale del calibro di Chet Becker, Dizzy Gillespie, Sal Nistico, Steve Grossman solo per citarne alcuni, è un artista il cui largo ed intenso respiro è naturalmente proteso verso l’ascolto sensibile della bellezza che riesce a cogliere nella musica come nella vita di cui ne interpreta le sfumature, ne setaccia i dettagli, ne coglie le essenzialità restituendole cariche di sentimento ed irruente personalità sottoforma di visioni, creazioni, improvvisazioni.

Un consapevole disincanto, il suo, che ha gli occhi liquidi del mare disteso sul letto azzurro del Circeo, all’ombra discreta e materna della Torre Paola e che dona per mezzo della sua arte a tutti coloro che abbiano la fortuna di goderne.

Nella musica come nell’arte visiva che ama tratteggiare attraverso la particolare tecnica del collage, Mauro Zazzarini opera delle scelte stilistiche di grande impatto emotivo, approdo mistico e metaforico di una profonda introspezione personale che riesce a sublimare con eleganza e naturalezza preservandola dagli intellettualismi di maniera che spesso accompagnano quelle manifestazioni artistiche che ambiscono a farsi veicolo di messaggi e significati sovrapposti, avulsi, lontani dalle percezioni pure ed “universali” di per sé non oggettivabili se non in senso spirituale e per questo mutevoli nel tempo, nello spazio, nella storia, fuori e dentro di noi.

Dopo l’apprezzamento riscosso dalla precedente mostra dal titolo “Quasi la luna”, Zazzarini propone una nuova selezione di collages da lui realizzati a partire da ritagli che emergono quasi casualmente dalle pagine spesse ed accese di vecchi giornali anni ’60, come frammenti scomposti d’una immaginaria colonna sonora che attraverso singoli fotogrammi porta in scena gli odori e i colori di un’epoca dell’anima che si rivela lungo il filo di fumo dei sogni sospesi lasciati volteggiare sulle ali degli anni.

In  questo “luogo” evanescente svelato da un’urgenza creativa, Zazzarini segue il destino di un’intuizione fissandone i contorni cangianti, punteggiandola di emozioni, svestendola di retorica e consegnandola felicemente adorna di poesia ad un’istantanea surrealista avvolta dal suo stesso fermo immagine senza tempo che, spregiudicato, aprendosi, ci invita al sogno.

Mauro Zazzarini, nella musica come nei collages si dona alla visione di infiniti paesaggi armonici, talvolta asimettrici come i graffi, dissonanti come le pieghe e le scalfiture ed affrancato da ogni facile concettualismo si abbandona ad una sintesi sensoriale spontanea aderendo sentimentalmente ad un fluido straordinariamente evocativo inzuppato di storie, gioie, dolori, malinconie ed intriso di vita, che è mistero…”but beautiful..”.

Tra i più suggestivi collages ricordiamo “E la luna scrisse di loro” e “Disognato”, dedicato all’artista e suo insegnante Claudio Cintoli il quale durante gli anni del Liceo artistico ha tracciato profondamente il solco estetico ed espressivo sul quale inevitabilmente Zazzarini ha innestato il suo già spiccato individualismo creativo.

E la luna scrisse di loro

Disognato” è anche diventato la copertina di “Polvere di farfalla”, l’ultimo libro della cantante e scrittrice Laura Sega con cui collabora anche musicalmente.

Di lui, Vincenzo Cecchini ha scritto:

“Dipingo… e ricordo un bel verde tenero con un cappello nero a cilindro che si appoggia ridendo tra i colori di un liceo artistico uscendo poi sorridendo per infilarsi nel buco d’oro di un sax e volare”. 

L.S.

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