Ludovica Delfino: il talento viterbese del pattinaggio che sogna gli internazionali

Cristiano Politini

Ludovica Delfino, ventenne viterbese, ha vissuto e continua a vivere la sua vita sui pattini. Oggi studia Scienze della Formazione a Roma e si sta preparando per nuove sfide e gare dal sapore internazionale. È partita dal basso e, soprattutto, da giovanissima. Infatti, all’età di quattro anni, Ludovica ha indossato per la prima volta i pattini e da allora non ne ha potuto più fare a meno. Ha vinto la timidezza e l’emozione delle esibizioni e oggi ha raggiunto traguardi importantissimi, pattinando con la Nazionale Italiana, che l’ha portata a esibirsi in contesti internazionali.

Ludovica sui pattini. Come è arrivata al primo approccio alla disciplina?
Ho iniziato a pattinare da bambina semplicemente per divertimento. Sin dal primo approccio, però, ho capito che sarebbe diventata la mia vita. Da sport e da semplice svago pomeridiano è divenuto una componente importante delle mie giornate, una passione di cui tutt’oggi non posso fare a meno. Pian piano ho iniziato a gareggiare e a specializzarmi e ad allenarmi in determinate specialità.

C’indichi quali specialità
Sin da piccola ho gareggiato sia in singolo sia in quartetto, ma poi crescendo mi sono dedicata totalmente al “solo dance”, una specialità del pattinaggio che si avvicina alla danza. Sono arrivata alla scelta di gareggiare in questa particolare specialità poiché è quella in assoluto più espressiva, teatrale e anche quella a cui ero più portata.

Ricorda l’impatto con le prime gare?
Le gare sono un bel banco di prova, con il quale mi sono misurata sin da subito. Da piccola ero molto emotiva e mi capitava di essere sopraffatta dall’emozione e di non dare il massimo. Piano piano però, sono riuscita a sbloccarmi e ad accantonare il fattore emozione, riuscendo così, a esprimere tutta me stessa durante le competizioni.

I risultati quando sono arrivati?
Ho vinto il titolo italiano nel 2009. Da quel momento sono passata alle competizioni internazionali e nel 2011 ho partecipato a un trofeo, piazzandomi al quarto posto. Invece, nel 2014 ho gareggiato per conquistare la coppa Europa, classificandomi seconda in Portogallo. Quest’anno, sono stata chiamata di nuovo in Nazionale, con la quale ho conquistato un quinto posto all’Open International de dance-hettange grande in Francia. È stato un buon risultato, considerando il fatto che sono stata convocata soltanto dieci giorni prima della gara, in modo inaspettato e la preparazione è stata velocissima.
Tutte queste esperienze di livello internazionale sono state incredibili, poiché mi hanno permesso di respirare aria di competizioni di livello mondiale e di crescere ulteriormente come atleta.

Quali sono le attinenze con gli strumenti del mestiere, i pattini e il body?
C’è un legame incredibile, i pattini sono come sacri. Però, c’è più attaccamento ai body, poiché vengono fatti su misura, sono artigianali e molto particolari. Il body si lega a particolari eventi, a specifiche gare e occasioni, ne custodisco svariati che indossavo da bambina, specialmente quelli delle gare e dei risultati più importanti. Allo stesso tempo, c’è grande legame con le persone che hai intorno: le compagne di squadra e di allenamento, ma soprattutto con le allenatrici.

Le allenatrici rappresentano il vero punto di riferimento?

Le mie allenatrici mi hanno visto crescere e seguito in tutti i passi importanti della mia vita sportiva. Devo molto a Elisa Cascioli e a Elena e Martina Tosini. Con Elena e Martina, che sono le due “più piccole”, c’è un rapporto diverso, quasi da amiche da sempre. Con Elisa c’è grande affiatamento, viviamo in simbiosi, specialmente nei periodi di allenamento. Però, ciò che è più bello è il rapporto che è nato: condividiamo moltissime passioni, per un rapporto che va al di fuori dal mondo pattinaggio.

Il significato del pattinaggio nella sua vita?
È il contenuto della mia vita, mi rende felice e mi permette di esprimere me stessa. Pattinare richiede impegno e dedizione e, nei periodi più impegnativi, mi capita di arrivare agli allenamenti e di sentirmi stanca per la giornata appena passata. A fine allenamento, una volta tolti i pattini, mi sento come rinata e di sicuro esco dalla palestra con il sorriso stampato in faccia. È in questi momenti che capisco quanto il pattinaggio sia importante e determinante nella mia vita.

Quali sono i progetti futuri?
Per il momento mi sto allenando duramente per ottenere risultati importanti con la squadra di Roma e sono concentrata sulla specialità del gruppo e del quartetto. Inoltre, guardo anche al mio impegno universitario: vorrei diventare una maestra e credo che questa mia inclinazione provenga anche dal pattinaggio.

Qual è il legame con Viterbo e la Tuscia?
Amo la mia città, sono attaccata al territorio e al mio quartiere: Pianoscarano. Il mio cuore è a Viterbo, anche se con il pattinaggio ho girato l’Italia e, in parte, l’Europa. Mi piacerebbe contribuire alla crescita del pattinaggio sul territorio e diventare anche istruttrice. Sicuramente quando smetterò di pattinare, vorrei prendere i brevetti da insegnante e dedicarmi alla formazione e alla crescita degli atleti viterbesi.

Che Ludovica Delfino sia un talento da coltivare lo dicono i risultati e il suo regno è la pista dove far girare i suoi sogni.

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