Lubriano, la Valle dei Calanchi e il mondo di Realino

di Luciano Pasquini

Realino Dominici, figlio di contadini e della guerra, fa tesoro di tutto quello che è stata la sua infanzia, l’adolescenza e la maturità nella Valle dei Calanchi e arrivato a quel tempo lieve, che è quello dei nonni, comincia a raccontare l’amore per la sua terra in tutte le sue forme.
Lo interpreta nelle poesie con passione e tenerezza sfruttando la scioltezza del dialetto e la bellezza dell’italiano senza mai smettere di sognare. Ci rende testimoni della bellezza dei luoghi facendosi aiutare dalla luna, dalle stelle e da quella natura selvaggia che non si arrende mai all’influenza dell’uomo.
Realino stesso è un fiume in piena quando recita le sue poesie e con parole semplici descrive l’anima di un paese. Poesie intimi di un cuore sempre giovane, innamorato dell’amore.

Entrare in un paesaggio, come quello dei Calanchi, nati dall’erosione delle acque su rocce argillose da cui si sono generati profondi solchi lungo i fianchi del terreno significa percorrere uno scenario unico, in continuo mutamento, che fa da cornice all’antico abitato di Libriano e Civita di Bagnoregio. Un paesaggio di grande attrazione per i numerosi visitatori. Solo camminando lungo i terreni che si affacciano su questo imponente scenario della natura si può comprenderne la reale bellezza, ma non basta, il viaggiatore attento, deve immergersi nel passato, dove una tenace stirpe contadina riusciva a strappare la propria sopravvivenza solo da queste terre, in una condizione di povertà, in cui la mezzadria dettava le dure condizioni di vita, l’isolamento era reso dalla difficolta di raggiungere Civita di Bagnoregio, perché l’attraversamento delle numerose valli e dei calanchi rallentava le comunicazioni separando casali e piccole chiese di campagna il perno della vita di queste valli. La visione dei luoghi oggi ci riserva un paradiso in terra diviene esperienza unica, se a guidarti è Realino Dominici che qui vi è nato proprio in una data immemorabile il 25 dicembre anno 1945, in località Campo Grande (Picco Rosso) di Civita di Bagnoregio come ama precisare.
Il sorriso aperto e cordiale dell’uomo è contaminante di una disponibilità di cui subito ti appropri e ne fai tesoro. Realino, un nome quali buffo ma indimenticabile è pronto a raccontare quegli episodi di vita che si conduceva fra questi casali, stretti negli affetti e nel valore delle piccole cose . Una passione per la poesia la sua che ha scoperto in maturità ed ha raccolto in un libro “Poesie e ricordi di un bambino contadino” edito da Accademia Barbanera ,che vale la pena leggere per ricevere quella carezza che la vita inaspettatamente ti riserva. Un libro composto da racconti e poesie in cui Realino ha trasportato il suo cuore,arricchendo di sentimento aneddoti della sua infanzia vissuta tra il passare delle stagioni dettate dai lavori in campagna, accompagnati forse dai quei silenzi che lo hanno spinto all’osservazione profonda di tutto quanto lo circondava. E oggi ci consegna uno spaccato di un mondo che non esiste più, un mondo magico in cui l’animo che pilota ogni azione. Realino Dominici come la sua terra, della sua vita pur corrosa, non ne ha mai modificato la bellezza. Se avete il desiderio di percorrere i Calanchi cercatelo ne vale la pena e intanto leggete il suo libro” Poesie e ricordi. di un bimbo contadino” edito Accademia Barbanera.

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI