“L’opera del fantasma”, una grey comedy al teatro Caffeina

Se credete che ridere della morte sia il miglior modo per esorcizzarla, allora non perdete questa commedia brillante dai toni surreali in scena sabato 14 aprile al nuovissimo teatro Caffeina.

Dopo il successo al teatro Vittoria di Roma, arriva a Viterbo “L’opera del fantasma”, una “grey comedy” (non troppo black ma assolutamente non white) scritta da Chiara Bonome e Mattia Marcucci che ha già saputo conquistare il pubblico romano con la sua irriverenza e la sua travolgente ironia.

La pièce affronta le vicende di una compagnia teatrale alle prese con la prematura scomparsa del proprio regista: Livio. Situazioni esilaranti si susseguono senza sosta quando Livio, tornato sotto forma di fantasma, scoprirà che ogni persona a lui cara nasconde oscuri segreti. Lo spettacolo innova la visione tradizionale della percezione dello spazio scenico, dove gli spettatori sono abituati a vedere interagire gli attori tra loro come se fossero nella vita “reale”.

La regista Chiara Bonome ha scelto di rappresentare una pièce in cui alcuni personaggi potessero essere visibili soltanto al pubblico e totalmente invisibili per gli altri personaggi in scena. Il risultato ha portato risvolti inaspettati: dalla difficoltà nell’interpretare l’invisibilità, ma allo stesso tempo la presenza, a quella del credere di non vedere ciò che in realtà è materialmente presente davanti agli occhi degli attori. In scena la realtà dell’irreale, il contatto con l’ultraterreno, il magico, l’esigenza della vita dopo la morte, inserendo la sua storia all’interno di uno dei contesti più surreali che esistano: il teatro, con le sue passioni, le liti, i tradimenti, gli amori, gli stadi emotivi e le tendenze autodistruttive.

Si susseguono, così, con spontanea naturalezza anche gli avvenimenti più deprecabili, come quelli che riguardano la morte, soprattutto se non spontanea, a testimonianza del dilagante social – voyerismo, della ricerca spasmodica dell’apparenza a discapito dell’essenza, in un paranormale paradosso in cui l’essenza più forte diventa quella immateriale e intangibile del personaggio – fantasma, piuttosto che del personaggio in vita.

In scena Chiara Bonome, Valerio Camelin, Chiara David, Sebastian Gimelli Morosini e i viterbesi Mattia Marcucci e Simone Balletti; viterbese è anche Sheila Grazini, che cura i costumi insieme a Giulia Pagliarulo, e Andrea Magno, elaboratore grafico della foto di locandina.

La compagnia “Trame” di Roma si dimostra aperta al mondo ma sempre legata al territorio della Tuscia: a breve, infatti, uscirà la loro “Game Series – La festa triste”, serie web interamente girata nel territorio viterbese.

Compagnia Trame

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