Libreria Fernandez: una vita tra amore e libri con Dino e Margarita

Diego Galli

Via Mazzini n°87. Ad attenderci dietro il bancone della libreria Fernandez ci sono Dino Paris, viterbese di nascita e la moglie Margarita Fernandez, spagnola di Avila, donna amante della letteratura alla quale il locale deve il suo esotico nome.
La loro storia, come ci hanno raccontato, non è cominciata tra le mura del capoluogo della Tuscia, bensì a Roma. È lì, nella Città eterna, che i due si incontrarono nel 1966 e convolarono a nozze nel ’71.

“Eravamo entrambi dei grandi amanti della letteratura, tanto che come primo regalo ci scambiammo due libri. Io regalai a Dino uno scritto di Cesare Pavese, mentre lui donò a me una raccolta di poesie di García Lorca, un mio compatriota che purtroppo non avevo ancora avuto la fortuna di conoscere per via del duro regime franchista”.

La vera passione dei due si concretizzò quando Dino decise di lasciare la sua bancarella a Porta Portese, dove era solito vendere e scambiare fumetti usati. “Decidemmo di tornare a Viterbo e aprire un piccolo negozio di vendita di usato. All’epoca era meno oneroso di oggi avviare un’attività in proprio. Certo, c’è stata qualche difficoltà, ma non ci siamo persi d’animo. Cominciammo con un locale di 24 mq al numero 73 di questa stessa via, poi ci muovemmo nello spazio qui davanti e infine prendemmo il locale dove siamo ora”.

Oggi, a 40 anni dall’inizio di questa avventura che lega Viterbo alla Spagna, la libreria Fernandez è un locale di circa 250 mq, dove moltissime persone – non solo viterbesi – vengono alla ricerca di tomi difficili da reperire altrove, anche a Roma, e per conoscere le ultime novità. Con gli anni, le cose sono cambiate sotto molti aspetti.

“Le persone erano più preparate un tempo. Eravamo frequentati da tantissimi giovani che tra le nostra mura hanno scoperto per la prima volta i grandi classici. Da noi sono passati personaggi ora ben noti, come Antonello Ricci, Massimo Onofri, Claudio Brachino, Fabio Segatori. Oggi, purtroppo, i ragazzi leggono meno. Viviamo una società dove il tempo è una risorsa sempre più rara e molti preferiscono impegnarlo guardando un cellulare. Si è persa un poco la magia di una volta”, ci hanno rivelato Dino e Margarita, con un sottile velo di malinconia.
Non tutto però è perduto, fortunatamente. “Soluzioni come il bonus docenti e i 500 euro per chi compie 18 anni hanno funzionato. Molti sono venuti qui a spendere il loro ‘premio culturale’ e il settore dei classici è stato davvero saccheggiato, anche se oggi i gusti sono generalmente cambiati. I ragazzi leggono molto fantasy, come la saga Eroi dell’Olimpo di Rick Riordan, mentre le ragazze puntano più a romanzi come Cinquanta sfumature di grigio della scrittrice E.L. James”.

La concorrenza di colossi come Amazon è ovviamente dura, ma chi tiene le redini di Fernandez è preparato e possiede tutte le carte in regola per resistere, come un ottimo sito web. Di sicuro, non siamo più in quegli anni dove capitava, non di rado, trovare qualcuno intento a rubare libri. “Anche noi abbiamo avuto diversi episodi di taccheggio in passato. Ne ricordiamo uno in particolare, quando un signore venne da noi per ammettere le sue passate ‘marachelle’, offrendoci un risarcimento. Decidemmo di chiudere un occhio… anche perché né lui né noi< ricordavamo più quali fossero i libri saccheggiati!”.

Nel 1992, con la nascita dell’edizione “Sette Città”, i proprietari della libreria fecero un ulteriore passo in avanti, affidandone l’amministrazione a uno dei due loro figli, Emanuele. Proprio lui, con tanta dedizione, continua a portare avanti quell’opera, pubblicando anche molti autori della Tuscia. Non mancano ristampe “celebri” degli introvabili elaborati degli scrittori locali, come Cesare Pinzi, Pietro Egidi e Francesco Orioli, i quali autorevoli nomi sono oggi fieramente esposti sulle facciate delle scuole di Viterbo. Suo fratello Federico, dal canto suo, porta avanti l’arte in un altro modo, con la sua pittura e la sua scultura, ormai conosciute in tutta Italia. Come ci ricorda Margarita, giunta in Italia da giovanissima, il Bel Paese pare essersi un poco perso negli ultimi anni, ma ne resta ancora il mito. “L’Italia, quando ero giovanissima, era meravigliosa, molto più di ora. Viterbo ne è un esempio, e mi ricorda la mia Avila, una città medievale con delle lunghe mura. Anche là c’è una santa come patrona, Teresa d’Avila, che riecheggia un poco Santa Rosa. Anni fa si parlava di un gemellaggio tra le due città, ma sfortunatamente la cosa morì lì”.

Dino e Margarita ci lasciano con i loro libri preferiti, rispettivamente L’ultimo dei Mohicani e Cent’anni di Solitudine, ricordando a tutti di non smettere mai di leggere e continuare a sognare. “Speriamo di non fare le fine delle edicole”, dice scherzando Dino.
La speranza è nel futuro, anche grazie a iniziative come quella del Ministro Franceschini, che ha portato delle agevolazioni fiscali importanti per le librerie indipendenti, realtà che andrebbero tutelate, al pari del Cinema e di ogni altro veicolo di Cultura del nostro grande Paese.

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