Lettere con Anna, da Roma alla Patagonia con Claudio Puglisi

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Lucio, sua sorella Irene e Anna, figlia di Irene… e una storia intrigante tra il quartiere popolare della Garbatella a Roma e Ushuaia, in Patagonia, appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. È la trama di Lettere con Anna, un libro di Claudio Puglisi che sarà presentato sabato 5 marzo alle 17 presso il Caffè Letterario di Viterbo.

I genitori di Anna nell’immediato dopoguerra sono costretti a rifugiarsi in Argentina lasciando allo zio il compito di crescere la loro figlia. Irene invia lettere raccontando la vita in quel paese lontano, vita intrecciata in maniera indissolubile con gli avvenimenti legati alla dittatura militare. Lucio nasconde alla nipote le lettere, riproducendole sotto forma di dipinti sui muri di uno stanzone che è stato un rifugio durante la guerra e che conserva per questo la vera essenza dell’umanità dolente che vi si è rifugiata. Pur consapevole del tentativo di negare ad Anna un contatto con la madre, spiega alla nipote, con parole pesate, il significato di quei disegni. Lucio è zoppo per una ferita infantile alla gamba; questa limitazione se da un lato lo costringe a vivere all’interno del suo quartiere romano ed a occuparsi unicamente di curare un orto, dall’altro diventa un detonatore, un moltiplicatore di sensi, di immaginazione, della sfera emozionale che Lucio riesce ad esprimere nei suoi disegni. I disegni infatti sono un vero registratore visivo della memoria, degli avvenimenti che ha vissuto e della vita delle persone a lui care, a tratti conosciuta, a tratti solo immaginata. Di tutto questo, oltre che di una verità per anni celata, Lucio dà testimonianza ad Anna, in un tentativo di vita condivisa anche se a posteriori.

Sotto forma di romanzo epistolare, la storia tocca aspetti della vita e conflitti esistenziali che anche le persone più semplici, come sono i protagonisti di questo romanzo, in certi momenti storici si trovano a dover affrontare. L’autore riesce a far incontrare due realtà diverse e contrapposte, quella dei fascisti in fuga e quella dei partigiani della resistenza che in un percorso condiviso, incarnato dall’amicizia nata “alla fine del mondo” tra due donne e madri, cresce e si infrange contro un passato tanto diverso ma trova comunque la forza di risorgere in nome della vita e di un futuro migliore per tutti.

Claudio Pulglisi è geologo e ricercatore nel campo della prevenzione dei rischi naturali e mitigazione degli effetti. Vive tra Roma, Palermo e Perù. È stato docente di Geomorfologia e Geomorfologia Applicata presso le Università di Roma Tre, di Arequipa, Cusco e Huaraz in Perù. Ha effettuato numerose spedizioni sia di carattere scientifico sia di carattere esplorativo e alpinistico in America Latina. Per Torri del Vento Edizioni ha già pubblicato nel 2014 la raccolta di racconti Io della palla non ho paura, raccolti di altura e di altre cose.

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