Le “Madonne vestite”una mostra al nuovo museo al Santuario di Santa Rosa

di Luciano Costantini

Una mostra che è anche un pezzo di memoria storica della Tuscia. Una ventina di “Madonne vestite” – 21 per la precisione – che potranno essere ammirate in una rassegna che si terrà nei locali del nuovo “museo” all’interno della basilica di Santa Rosa a Viterbo, dal 31 agosto al 26 ottobre prossimi. Si tratta di manichini e corredi, realizzati tra l’inizio del ‘700 e la fine dell’800, e che sono stati recuperati da varie chiese dislocate nella Tuscia. Oggetti d’arte, di culto e di storia che ovviamente richiedevano attenti e professionali interventi di restauro ai quali si sono dedicate con amorevole cura le responsabili di Tessuti Antichi il laboratorio di Restauro di Santa Rosa, Barbara Proietti e Barbara De Dominicis. Sono loro che, mesi addietro, hanno iniziato un difficile lavoro di salvataggio dei “pezzi”per poi procedere ad un minuzioso restauro, che sta terminando in queste ore. Ultimo passaggio sarà quello della catalogazione dei manufatti. L’intera operazione è avvenuta sotto il controllo e l‘assistenza della Soprintendenza per i Beni Ambientali del Lazio. “Il recupero delle Madonne – spiega la dottoressa Luisa Caporossi della Soprintendenza – ha un valore storico ed evidentemente anche culturale perché contribuisce a ridare memoria a monumenti e luoghi dei quali si stava perdendo traccia”. Le “Madonne vestite” sono state realizzate nell’arco di due secoli e collocate in tempi diversi in varie chiese della provincia. Busti, scarpette, corpetti. Alcune Madonne sono dotate di più corredi, altre ne hanno soltanto uno. Difficile individuare quelle più preziose, ma tra le più suggestive vengono indicate l’Addolorata di Bagnaia e quella della Stella di Oriolo Romano. E comunque è sempre sciocco, ingiusto e improprio stilare classifiche quando si ha che fare con la storia, l’arte, la cultura. www.tessiliantichi.it

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