La Tomba della Panatenaica nel Museo di Vulci

Francesca Pontani*

«Beauty is truth, truth beauty, – that is all, Ye know on earth, and all ye need to know», Bellezza è verità, verità bellezza – e questo è tutto ciò che al mondo sapete, e tutto ciò che occorre che sappiate, (John Keats, Ode on a Grecian Urn)

Nel museo archeologico di Vulci

L’allestimento del museo archeologico di Vulci ci permette di conoscere il contesto storico, economico e culturale in cui si collocano i monumenti che ancora oggi possiamo vedere nell’area delle città e nelle necropoli. Tra i corredi funerari che documentano la complessa ed eterogenea cultura etrusca di Vulci c’è soprattutto la ricca Tomba della Panatenaica (VII-VI secolo a.C.), scoperta nel 1960 nella necropoli dell’Osteria, così detta dalla grande anfora panatenaica in essa rinvenuta: un tipo di vaso che era destinato a contenere olio di oliva finissimo, dato in premio agli atleti vincitori dei giochi Panatenaici.

La Tomba della Panatenaica

La Tomba detta della Panatenaica ha restituito un ricco corredo con un gran numero di vasi importati da diversi centri del bacino del mar Mediterraneo accanto a prodotti realizzati presso botteghe locali: in particole una coppa ionica, balsamari di Rodi, vasellame corinzio come olpai, skyphoi e un gruppo di deliziosi porta profumi a forma di cerbiatto. La produzioni greche di Atene, per le quali Vulci rappresentò uno dei più fiorenti mercati, sono presenti in grande numero nel corredo di questa tomba nel cui ambito predominano soprattutto vasi in ceramica decorati nella tecnica a figure nere, tra le quali spiccano due grandi anfore: una, con rappresentazione su entrambi i lati del celebre mito della nascita di Atena in armi che esce dalla testa di Giove; l’altra che dà il nome alla tomba, di tipo panatenaico. Ambito premio di gare atletiche, questa anfora presenta su un lato Athena Pròmachos (= combattente, in assalto) tra due colonne sormontate da galli, sull’altro una gara di corsa tra quattro efebi. L’anfora è attribuita al Pittore del Mastòs.

Le Panatenee, le anfore e l’olio

I giochi panatenaici erano delle competizioni sportive che si tenevano ogni quattro anni ad Atene durante le Panatenee, le feste in onore della dea protettrice della città (Atena).

Le competizioni erano divise in due categorie: quelle riservate ai soli Ateniesi e quelle aperte a qualsiasi greco che desiderasse parteciparvi. Le gare aperte a tutti comprendevano corsa, pugilato, pentathlon e corsa dei carri, quest’ultima, tra tutte, era la gara più prestigiosa perché il vincitore riceveva in premio centoquaranta anfore panatenaiche piene di olio d’oliva, il pregiato olio di produzione Attica.

Le grandi anfore erano prodotte proprio per contenere il premio per i vincitori. Sul lato principale di questi vasi, decorati solo a figure nere, compare sempre Atena, armata di elmo, lancia e scudo, fra due colonnette doriche sormontate da galli. Sull’altro lato è invece raffigurata la disciplina per la quale l’anfora era stata assegnata in premio.

 

Museo Archeologico nazionale di Vulci

Canino (Vt),Castello dell’Abbadia

Martedì-Domenica: 8.30-19.30; chiusura settimanale: Lunedì.

Per approfondire

Riccioni Giuliana, Maria Teresa Falconi Amorelli, La Tomba della Panatenaica di Vulci – Quaderni di Villa Giulia Numero 3, Lerici Editore (1968)

foto Francesca Pontani

Lato A: Athena Pròmachos

Lato B: gara di corsa

 

nel prossimo articolo del 26 settembre andiamo a San Lorenzo Nuovo

 

*Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guiderà i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

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