La Superstrada che verrà
Sì, ma quando?
Riusciranno i nostri eroi (dell’Anas) a completare in tempi decenti la superstrada Viterbo-Civitavecchia, progettata negli anni ’60 del secolo scorso e i cui lavori furono iniziati una decina di anni dopo? La parafrasi del famoso film risalente al 1968, diretto da Ettore Scola, con Alberto Sordi e Nino Manfredi, è quanto mai azzeccata per un’opera che rappresenta un vero e proprio record di lentezza burocratica, anche se ritenuta indispensabile per lo sviluppo dell’economia dell’Alto Lazio, e non solo.
Come è noto a tutti, attualmente la Trasversale è stata completata fino a Monte Romano. Mancano gli ultimi chilometri, quelli più complicati da realizzare, giacché di mezzo c’è la valle del Mignone, un’area di altissimo valore naturalistico, sulla quale negli anni s’è scatenata una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi tra l’Anas da una parte e le associazioni ambientaliste, nonché i Comuni interessati (Tarquinia e Monte Romano) dall’altra.
La storia di questa e propria guerra di opinioni la racconta Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia dal 2007 al 2017, che negli anni si è messo di traverso contro tutto e contro tutti e che oggi sembra averla spuntata, sempre che non vengano fuori altri intoppi.
“Per l’ultimo tratto della Trasversale – racconta – erano stati ipotizzati vari possibili percorsi: quello blu, quello rosso, quello verde, che attraversava la valle del Mignone, e quello viola. Quest’ultimo, a un certo punto, era arrivato anche al Cipe. E quando fu realizzata l’autostrada che sostituisce l’Aurelia, fu costruito uno svincolo proprio in previsione della nuova arteria. Ma poi tutto fu sospeso per mancanza di risorse: costava troppo, circa 730 milioni”.
Mazzola scartabella tra le sue carte. Un vistoso pacco che ancora oggi, nonostante sia ormai fuori dalla politica e viva da pensionato, conserva gelosamente. “Si presentò da me l’ingegner Ilaria Coppa, appena nominata dall’Anas commissario straordinario per la realizzazione della Superstrada, la quale mi annunciò subito che sarebbe stato scelto il tracciato verde. Io all’inizio non obiettai nulla, ma feci presente che sarebbe stato necessario organizzare incontri con le associazioni per coinvolgere il territorio su questa scelta. E così fu. Alla prima riunione erano presenti una trentina di persone, alla seconda la sala del consiglio era piena, alla terza era stracolma. Subito fioccarono i no. E piovvero come la grandine una marea di osservazioni”.
E a questo punto comincia la battaglia. “Io sono stato sempre d’accordo nella realizzazione dell’opera – prosegue Mazzola – che è vitale per tutto il centro Italia. E ho sempre detto che andava costruita in fretta. Ma non su quel tracciato, che avrebbe devastato un’area altrettanto vitale dal punto di vista naturalistico. Così cominciai una serie di incontri politici a tutti i livelli, arrivando anche a Graziano Del Rio, all’epoca ministro ai lavori pubblici”.
Ma non successe nulla. “Del Rio mi dirottò dall’assessore regionale Fabio Refrigeri, che mi promise che sarebbe venuto a Tarquinia. Ma non l’ho mai visto. Il problema è che i primi ad ostacolarmi erano proprio quelli del mio partito. Nel frattempo il Tar aveva cominciato a pronunciarsi sui ricorsi contro il tracciato verde, tutti persi dall’Anas, e nell’autunno scorso anche il Tribunale Europeo ha preso la stessa decisione. Così quel progetto è definitivamente morto”.
Mazzola si ferma per un attimo e tira fuori altre carte. “A quel punto capii che bisognava formulare una proposta alternativa. Allora parlai col prefetto, feci l’accesso agli atti dell’Anas e convocai alcuni ingegneri, con i quali altro non facemmo che copiare quello che aveva già fatto l’Anas: adottare il percorso viola, suddividendolo in tre stralci funzionali. Il primo, che parte da dove finisce oggi la Trasversale fino ad arrivare alla casa cantoniera che ospitava gli ex tossicodipendenti; il terzo, che partendo dall’autostrada arriva fino alle cave; e quello centrale, da studiare, che potrebbe passare dove ci sono le cave e le discariche. In questo modo i primi due potrebbero essere realizzati subito e l’ultimo nel giro di breve tempo”.
Già, ma qual è la situazione attuale? “Ad oggi – conclude Mazzola – sono cominciati gli espropri per il primo stralcio funzionale. Se non sorgeranno altri intoppi, nel giro di due anni i lavori potrebbero essere terminati. E in quattro la Trasversale potrebbe essere completata”.
Riusciranno i nostri eroi (dell’Anas) a portare a termine l’impresa?


























