Nel pomeriggio di lunedì 15 settembre si è svolto presso la sala Antonio Garau della UIL di Viterbo in via Cardarelli, un incontro promosso dall’Università dei Braccianti, un progetto della Uila Lega comunale di Viterbo e dell’associazione culturale Luigi Petroselli mirato a illustrare la situazione sull’emergenza idrica in Africa.
Oltre alla relatrice, la dottoressa Naima Abdulkar Hassan, erano presenti Daniele Camilli, segretario organizzativo UIL Viterbo e Antonio Biagioli segretario generale della Uila Lega comunale di Viterbo.
Quest’ultimo introduce la conferenza ricordando che l’Università dei Braccianti ha già organizzato due lectiones magistrales riguardanti l’attività sindacale con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sui braccianti agricoli, ma questa terza serata sarà un ragionamento sulla sete dell’Africa.
La dottoressa Naima Abdulkadir Hassan medico del coordinamento screening oncologico e dell’ambulatorio stranieri della Asl di Viterbo presenta una situazione drammatica: il 30 % della popolazione sud sahariana, pari a un terzo della popolazione mondiale, non ha ancora accesso all’acqua potabile. I bambini, spesso con i fratellini più piccoli sulle spalle, impiegano anche alcuni giorni per portare acqua a casa, famiglie intere che vivono di pastorizia, sono costrette a spostarsi per inseguire una nuvola che promette pioggia..
Ci sono 116 milioni di persone senz’acqua. L’emergenza riguarda particolarmente la Somalia, il Niger, il Ciad, il Congo , il Mozambico, il Rwanda.
L’Africa sta subendo la peggiore siccità degli ultimi quaranta anni e le conseguenze sono devastanti; aumento di malattie come ebola e malaria e malnutrizione acuta aumentata più dell’ 80% negli ultimi cinque anni, animali morti sulle strade…
“L’accesso all’acqua potabile nel mondo rimane un privilegio inaccessibile per milioni di persone” spiega la dottoressa Naima ” I dati delle Nazioni Unite sono allarmanti: circa 2 milioni di individui non dispongono di acqua sicura da bere e 4,2 miliardi di individui – ovvero oltre la metà della popolazione mondiale- utilizzano servizi igienici inadeguati, che lasciano i rifiuti umani non trattati.
Milioni di bambini e famiglie vivono senza i sevizi essenziali per l’igiene, come il semplice sapone per lavarsi le mani.
Acqua, servizi igienici e igiene migliori potrebbero prevenire circa 400.000 decessi l’anno per dissenteria tra i bambini di età inferiore ai cinque anni”
Perché in Africa l’acqua non è potabile?
Perché è senza filtrazione e senza disinfettazione; la popolazione è costretta a bere acqua sporca e inquinata. Non esiste un’organizzazione che gestisce le risorse idriche, le strutture sono inadeguate, c’è inquinamento e il cambiamento climatico e l’aumento demografico rendono la situazione ancora più drammatica.
Quali potrebbero essere le soluzioni possibili?
Sarebbe importante un approccio intergrato e sostenibile che vede l’unione delle forze tra governi, organizzazioni internazionali insieme ai privati e alla società civile: si potrebbero realizzare interventi importanti come la desalinizzazione delle risorse idriche e il riutilizzo dell’acqua.
Specialmente l’iniziativa dei privati potrebbe fare la differenza, come ci spiega l’ingegnere Marco Pica, direttore di un progetto che con solo 150.000 euro avrebbe portato pozzi e acqua pulita in Somalia, sfumato perché nessuno lo ha voluto finanziare.
L’indifferenza resta sempre il male peggiore dell’umanità, ma ci sono anche persone che non si voltano dall’altra parte, come l’ Organizzazione no profit Nadifo, che sostiene con le sole forze degli amici 117 persone e 322 scuole in Somalia e ripeterà il 4 ottobre a Roma in via dei Cappeli 88 il Progetto Riempiamo la scuola per garantire il diritto all’istruzione per i bambini di Awrculus.
La riunione si conclude con una goccia di speranza in questo oceano di disperazione grazie alla parole della dottoressa Francesca Marini predicatrice locale, seduta tra i presenti:
“La Chiesa Valdese da molti anni destina parte dell’8 per 1000 per la costiituzione di pozzi in Africa, vediamo se è possibile esporre un progetto per la situazione presentata oggi“.




























