La scrittrice in quarantena: “La congiura” di Maria Teresa Muratore

di Maria Teresa Muratore

Dallo scorrere del tempo, il nuovo racconto inedito di Maria Teresa Muratore.

La congiura.

Usciranno globuli bianchi
E si guarderanno intorno smarriti
Come lobotomizzati
.

Prima cominciarono col dire “Troppi anziani in Italia”
Ma chi erano gli anziani? I giovani di ieri. Che erano nati cresciuti diventati adulti come i giovani di ora- che anziani anche loro sarebbero diventati.
Questi anziani, che avevano studiato lavorato sudato stretto i denti fatto sacrifici, avevano fatto anche la loro parte mettendoli al mondo, questi giovani di oggi.
Lavorando, avevano pagato le tasse, giustamente, contribuendo, ognuno per la sua parte, al mantenimento degli anziani di prima, pensionati, e al welfare.
Nel frattempo il lavoro diminuiva, le risorse scemavano, le esigenze aumentavano, compariva l’incertezza e la precarietà del lavoro.
Le cose da fare ci sarebbero state lo stesso, ma se si facevano fare bisognava pagarle e i soldi mancavano, o meglio mancavano per pagare il lavoro. Perché per bruciarli in pazzesche operazioni finanziarie c’erano, per investirli in assurde astronomiche consulenze c’erano, per gli esosi privilegi di pochi c’erano.
Ma ce n’erano sempre meno per la gente comune, per la manovalanza, per i servizi come la Sanità e l’Istruzione. E si stringeva, si stringeva sempre di più.
Intanto la categoria degli anziani andava plasmandosi diversamente.
L’età anagrafica non coincideva più con quella biologica, gli anziani erano, come dire, più giovani e allora si pensò di farli lavorare ancora, dato che potevano essere più produttivi- così sarebbero andati in pensione più tardi, con il duplice guadagno di continuare a lavorare per chi in pensione c’era già e gravare più tardi sull’economia dell’INPS.
E poi questi anziani si iniziò a guardarli male. Questi vecchi che lavoravano ancora e non lasciavano il posto ai giovani. Questi vecchi che prendevano la pensione ogni inizio del mese senza lavorare, e che vergogna! Nel frattempo ci si dimenticava che avevano lavorato fino a ieri e i soldi per pagare la loro pensione gli erano stati già decurtati ogni mese dallo stipendio e accantonati per.
E questi anziani che volevano spendere, fare le vacanze, viaggiare, divertirsi. Ma come erano patetici, alla loro età.
Intanto l’INPS non se la passava bene- come si fa a mantenere tutta questa gente?
Ma qualche volta la natura viene in aiuto, questa volta non è una guerra ad azzerare un po’ la popolazione che poi, diciamocelo, la guerra è proprio ingiusta perché si prende sempre i più giovani. Questa volta è una bella epidemia – tipo come quando veniva la peste e faceva fuori mezzo mondo. Anzi questa volta diremmo che è un’epidemia selettiva: si porta via soprattutto gli anziani. Evviva!

Un po’ perché gli anziani sono più fragili, ma più fragili perché già colpiti (non tutti, solo una parte purtroppo) da altri acciacchi e quindi meno pronti a sostenere e combattere un’infezione.
“Eh, purtroppo non ce l’ha fatta”.
Un po’ perché hanno avuto un aiuto, involontario? O calcolato?
Per la capacità infettante dell’agente virale e l’imbecillità delle persone, il virus trovò terreno fertile e “acchiappò” tante vittime. I mezzi non c’erano o meglio non c’erano a sufficienza. Il Servizio Sanitario era stato molto ridimensionato nel tempo, e taglia oggi taglia domani, quando ora sarebbe servito… ecco che si pone il dilemma ”chi scegliamo di intubare il giovane di 40 o il vecchio di 70?” La domanda neanche si pone ed è giusto che sia così. Rientra nella selezione naturale. Ma, mettere dei contagiati in mezzo agli anziani, nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, questo no, questo non è involontario, è calcolato.
E così quanti ne abbiamo fatti fuori? Di quanti ci siamo liberati?
“Oh che desolazione, quanto ci dispiace, quanto soffriamo!” Chiacchiere.
Ma mi sa che ce ne sono ancora un bel po’ in giro. Inoltre nell’ultimo anno c’è stata una bella nuova sfornata di pensionati, tutti quelli che avevano dovuto rimandare per le ultime leggi che li ritenevano ancora buoni per lavorare.
E allora che cosa si può fare per liberarcene ancora un po’?
Ed ecco la bella pensata: “Diciamo che il 4 maggio finisce la quarantena e si può iniziare a ricircolare ma non gli anziani. Sopra a 60 anni devono ancora stare a casa, meglio sarebbe fino a Dicembre.” Ma come a 60 ero ancora giovane e non potevo andare in pensione ed ora sono vecchio che lo Stato mi deve proteggere e salvaguardare?
Il rischio di contagio è lo stesso per una persona di 40 o 60 o 80 anni.
Ma, è vero, se si ammala uno di 70 è probabile che stia peggio di uno di 30. E magari si deve mettere in terapia intensiva, ovvero ha un costo- oltre a pagargli la pensione si deve anche curare – e la terapia intensiva costa parecchio.
“Sai che c’è? Diciamogli che deve stare a casa. Così pare che gli si voglia tanto bene, che ci si preoccupi per lui, che lo si tuteli perché quanto, quanto è stato bravo lui…” e giù tutte quelle ipocrite melense parole che sono stati capaci di dire in questi giorni sui nonni e gli anziani.
Inoltre, in questo modo, quello che non ha fatto il virus lo potrà fare lo Stato, perché, privati della Libertà, della luce, della Socialità, della “vita normale”, dei progetti, dei sentimenti, dell’Indipendenza, ma quanto vuoi che campino questi maledetti anziani?

Usciranno globuli bianchi
E si guarderanno intorno smarriti
Come lobotomizzati

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