Istat, l’identikit della popolazione viterbese: la maggioranza è rosa

di Luciano Costantini

Qual’è l’identikit, seppure disegnato per grandi linee, di quei nove viterbesi doc (o quasi) che vivono nel capoluogo e nei centri più vicini? L’Istat fornisce una serie di interessanti numeri utili a costruire altrettante interessanti proiezioni. La popolazione, innanzi tutto: alla fine dello scorso anno quella residente nel capoluogo arrivava a 67.384 unità. Maggioranza al femminile come del resto in quasi tutta la Tuscia (tranne che a Monteromano con un sorprendente 980 contro 960) e una percentuale in rosa del 51,5% rispetto al 48,5% in celeste. Più di 31mila le famiglie, una quota sfondata per la prima volta nella storia della città (nel 2018 erano state 30.836). Ma attenzione, alla crescita dei nuclei corrisponde un leggero ma progressivo calo del numero dei suoi componenti: 2,14 al 31 dicembre 2019; 2,17 l’anno precedente; 2,18 nel 2017; 2,20 nel 2016. E così via. Quasi venti anni or sono ogni famiglia viterbese contava una media di 2,53 componenti. Il che vuol dire che le famiglie sono sempre meno numerose, probabilmente anche se non esclusivamente, come conseguenza oggettiva del calo delle nascite. Che la popolazione di Viterbo sia costituita in larga parte da adulti, quando non da anziani, era noto, e la conferma arriva da un altro parametro Istat: la presenza più consistente di popolazione si trova nella griglia tra i 50 e i 54 anni; subito dopo quella tra i 45 e i 49 anni. Comunque una collettività che si colloca generalmente tra 40 e 60 anni. Sommando le percentuali dei dati forniti dal nostro istituto di statistica e prendendo in considerazione i residenti nella categoria tra i 40 fino e i 90, si raggiunge la quota di circa il 60%, per l’esattezza 59,8%. A voler essere ancora più precisi le presenze più numerose sono registrate tra 55 e 59 anni. Un trend che fa facilmente immaginare lo scenario demografico prossimo venturo con una popolazione sempre più in là con gli anni perché anche l’andamento delle nascite e dei decessi non è che offra molti e incoraggianti margini di interpretazione: alla fine dello scorso anno a fronte di 406 nascite sono stati registrati 749 morti, con una variazione in negativo di -343. Il peggiore risultato di sempre di una infinita sequenza negativa: nel 2003 il saldo era stato di -162, meno della metà di quello di fine 2019. La conclusione che si può trarre è una soltanto: quella viterbese è una popolazione sempre più anziana. E non può essere certo una consolazione constatare che questo è il quadro del Paese tutto.

 

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