Il prefetto dottor Antonio Cananà apre la Prefettura alla cultura

di Luciano Pasquini

L’esordio è stato lo scorso 27 aprile pomeriggio nella sala Coronas della Prefettura di Viterbo con il primo incontro  dedicato alla prima fioritura di Viterbo a cura dello Storico Giovanni Faperdue, con moderatore GianMarco Merlani, presidente della associazione Tusciart Italia Eventi, organizzatrice delle due conferenze di cui la prossima è prevista per il 4 maggio.

Prima e unica fioritura Del Comune Di Viterbo nella sua storia millenaria” il titolo della conferenza che ha visto un attento pubblico presente, lo storico Faperdue ha messo in evidenza la passione che lo lega alla sua città, consolidata nei dieci libri pubblicati a tema, in cui  ci sono le leggende ed anche i racconti che evidenziano tutte le peculiarità di un  popolo, unico nella storia del XIII secolo.

Fatti storici, personaggi leggende riproposti nell’incontro di giovedi scorso come tante tessere di un vivace mosaico,anche mitologico, che in forma di narrazione, attraverso contenuti fantastici, ha cercato di spiegare all’origine quelli che sono i simboli della nostra città e ai diversi aspetti della realtà.

Faperdue si sofferma sulla nascita leggendaria del Bulicame, ad opera di Ercole che piantando una lancia nel terreno fece sgorgare , quell’acqua che da millenni riteniamo il vero miracolo. Le mura di cinta di Viterbo, la costruzione delle mura di Viterbo ebbe inizio nel 1095, per le quali ci sono voluti oltre 170 anni per edificarle. Poi Faperdue cita ad una ad una le sei meraviglie dello storico  Lanzillotto*, si sofferma chiaramente sulla terza detta per l’appunto “la terza meraviglia di Viterbo”, la Bella Galiana.Una delle leggende più note che non finisce mai di appassionare.

Si chiude così il primo ciclo di una conferenza dai contenuti interessanti. Si replica il 4 maggio alla stessa ora, nella stessa sede. Il prefetto dr. Antonio Cananà da buon padrone di casa ha accolto i presenti, aprendo la Prefettura ad eventi culturali per entrare in un contatto diretto e  illuminato con la città di Viterbo.

 

Dida foto: A piazza del comune sulla facciata della chiesa di Sant’Angelo in Spatha vi è la riproduzione di un marmoreo sarcofago bianco etrusco-romano (l’originale è conservato nel museo civico di Viterbo), il cui epitaffio così recita: l’anno 1138 fu sepolta in questo marmoreo avello la fanciulla Galiana, incomparabile per bellezza e virtù, fiore e onore della patria, alla sua morte tutta la Tuscia parve rattristata e spento ogni gaudio cittadino.

**Lanzillotto Viterbiense – Cronachista (sec. XIII).

Molto poco è noto della vita di questo personaggio vissuto a cavallo della metà del sec. XIII. Il suo nome è giunto fino a noi perché egli fu l’autore di una Cronaca di Viterbo, in lingua latina, ora perduta nell’originale, ma che venne utilizzata come fonte dai cronisti suc­cessivi. Di lui scrisse il Bussi nella inedita storia di Viterbo che riguarda i suoi uomini illustri e lo dice della famiglia dei Tignosi (come anche Goffredo da Viterbo) mentre Francesco d’Andrea lo definisce orefice e scrittore in latino di versi e di prose e  dice di aver tratto da lui solo le notizie su Viterbo ma non le altre che trattavano di diversi argomenti. Il Ciampi infine scrive che il L. fu presente all’assedio di Federico II del 1243. Una parte importante delle notizie date dai cronachisti viterbesi per il periodo anteriore il 1255 vengono fatte risalire alle cronache del L. come attesta Giovanni di Juzzo, cronache che Francesco d’Andrea dice di aver visto in originale e che poi sarebbero confluite nelle Cronache di Niccolò della Tuccia insieme a quelle di “mastro Gironimo” e di Cola di Covelluzzo.

BIBL. — Egidi 1901, pp. 38-47; Repertorium Fontium Historiae, VII, pp. 138-139; D’Andrea 2002, ad indicem; Ciampi, 1872, p. XVII, 5, 292.

[Scheda di Antonella Mazzon – Isime; integrazioni di Luciano Osbat-Cersal]

 

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