Il piano INA-Casa: 1949-1963.Una significativa testimonianza abitativa popolare del Novecento italiano

di Alfredo Giacomini*

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Il piano INA-Casa: 1949-1963

Venne reso ufficiale il 28 febbraio 1949  con atto nr. 43, il Parlamento italiano approvò il progetto di legge Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori, con il quale si sarebbe dato avvio a un piano per la realizzazione di alloggi economici, noto come piano INA-Casa. I quattordici anni di attività del piano rappresentano una fase significativa della politica economica del dopoguerra, ma certamente anche una delle più importanti, consistenti e diffuse esperienze di realizzazione nel campo dell’edilizia sociale nel nostro Paese. Le sue realizzazioni, alloggi sani e moderni posti entro nuovi nuclei urbani o quartieri, hanno offerto la possibilità a migliaia di famiglie di migliorare le proprie condizioni abitative. Per urbanisti e architetti italiani i nuovi insediamenti sembrano una prima vera opportunità per dare forma alla rapida e frammentaria espansione che le città italiane stavano già subendo.

I quartieri costruiti allora anche nella Tuscia, basta per averne visione fare una passeggiata al quartiere Pilastro a Viterbo, definito la Garbatella  della città dei Papi,  rappresentano oggi non soltanto una significativa testimonianza del Novecento italiano, ma costituiscono parti rilevanti delle nostre città, dove mantengono ancora una loro precisa identità.

L’architetto Alfredo Giacomini  nella sua pagina facebook divulgativa Architettura Contemporanea nella Tuscia ne fa un richiamo preciso per avvalorarne il significato storico considerando il loro impatto sulla costruzione di una cosiddetta “memoria del futuro”.
258. LE MAIOLICHE INA-CASA
Le formelle in ceramica INA-CASA, presenti in Italia negli edifici residenziali, sono circa 40mila per un totale di 360mila alloggi.
Alcuni degli artisti coinvolti sono Alberto Burri, Piero Dorazio, Pietro Cascella, Pietro De Laurentiis, Guerrino Tramonti, Irene Kowaliska; è patrimonio culturale che si sta progressivamente perdendo per i più svariati motivi.
Raffigurano oggetti, edifici, gatti, uccelli, scoiattoli, momenti di vita familiare, cibo, paesaggi, tutti con la scritta «INA Casa» sul fondo, per esteso o in forma di monogramma. Superfici lisce, con contorni o dettagli incisi o in rilievo, bassorilievi, smaltate in policromia o in bicromia, con toni decisi o tenui erano le caratteristiche della mattonella murata sulla parete esterna.
Le formelle ceramiche rappresentano una traccia particolare del Neorealismo architettonico italiano, cui si ispirò l’edificazione degli alloggi del Piano INA Casa (1949-1963), un intervento di edilizia popolare sovvenzionata concepito per far fronte alla povertà socio-abitativa del nostro Paese
Le formelle ceramiche rappresentano una traccia particolare del Neorealismo architettonico italiano, cui si ispirò l’edificazione degli alloggi del Piano INA Casa (1949-1963), un intervento di edilizia popolare sovvenzionata concepito per far fronte alla povertà socio-abitativa del nostro Paese e per soddisfare i bisogni di qualità urbana e relazioni umane degli anni della Ricostruzione.
L’iter parlamentare del progetto di legge per Il piano INA-Casa: 1949-1963 prese avvio nel luglio 1948, presentato al Consiglio dei ministri da Amintore Fanfani (1908-1999), all’epoca ministro del Lavoro e della Previdenza sociale. A pochi anni dalla conclusione della Seconda guerra mondiale con questa iniziativa il ministro intese in primo luogo affrontare il problema della disoccupazione, attraverso lo sviluppo del settore edilizio, ritenuto ambito capace di promuovere la rinascita economica dell’Italia del dopoguerra.
maiolica
Viterbo, via Francesco Critofori – quartiere Pilastro

*L’autore: Alfredo Giacomini, architetto

Alfredo Giacomini

ideatore e curatore della pagina Architettura Contemporanea nella Tuscia

Il volume curato da Alfredo Giacomini:

FRAMMENTI – Architettura Contemporanea nella Tuscia (in ristampa)

Ghaleb Editore – pp. 320
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