Il Giardino dei Tarocchi e la mancata accessibilità ai diversamente abili

“L’ingrandimento dei miei modelli fu fatto perfettamente, con occhio medievale, da Jean Tinguely e Doc Winsen. Così è descritto nella storia del parco con le parole della sua autrice- Tutte le armature delle sculture monumentali furono fatte con barre d’acciaio saldate, piegate a forza di braccia sulle ginocchia dagli uomini della squadra. La prima squadra che fece le armature nel giardino era composta da Jean Tinguely, Rico Weber e Seppi Imhof. Furono loro a costruire la Sfinge, la Sacerdotessa e il Mago”.

Da lì partì quel capolavoro oggi rappresentato dal Giardino dei Tarocchi di Capalbio.

Unico dettaglio: manca l’accesso ai disabili e sulla mancata accessibilità non figura evidenza nei canali social di informazione utile per accedere agli ingressi.

Il fatto è stato reso evidente recentemente dall’atleta paralimpica Sofia Righetti che ha scelto di visitare il Giardino durante le sue vacanze, scoprendo solo sul posto che la struttura non promuove alcun tipo di accessibilità volta alle persone disabili, tagliandole fuori a tutti gli effetti dal vivere la visita.

Un fatto grave che Niki de Saint Phalle di certo non avrebbe condiviso, ideando un giardino fruibile per tutti.

Allora la domanda sorge spontanea: “Ma i musei in Italia sono davvero a portata di tutte e tutti?”.

I musei statali – gratuiti per persone disabili e accompagnatori devono adeguarsi all’articolo 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, assimilata con una legge ad hoc in Italia.

In Italia abbiamo delle eccellenze, tra i luoghi della cultura, che rappresentano oppure nascono come strumento di inclusività  a cui si dovrebbe fare riferimento. Speriamo che il Giardino dei Tarocchi si adegui presto, molto presto.

Foto. Sofia Righetti profilo Fb

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