I gioielli raccontati dalla loro creatrice Stefania Corinti

di Carolina Trenta

Bisogna partire dalla passione e dalla convinzione che ogni oggetto che si crea abbia il dono dell’eternità e che le pietre preziose a corredo di una piccola gioia “comunichino”; all’origine dell’attività di Stefania Corinti sono questi gli ingredienti  che hanno mosso il desiderio di dar vita a un laboratorio orafo, una piccola gioielleria in cui ogni oggetto esprime le  sue particolari lavorazioni.

La  carriera di Stefania è iniziata con un percorso ben preciso: dopo che la scuola le consegna un diploma di oreficeria, ha seguito un corso di specializzazione sulle tecniche di lavorazione presso una nota gioielleria viterbese. Al 1998 risale l’apertura del laboratorio, Tempoidea, che ancor oggi condivide con il fratello Andrea al numero 13 di Piazza della Rocca: qui  dà vita alle idee che portano alle creazione  più insolite lavorate con quella perizia artigianale che rende ogni pezzo sempre irripetibile, mentre Andrea, da profondo estimatore degli orologi, cura le riparazioni, le sostituzioni e le manutenzioni. Questo piccolo laboratorio è un’eccellenza tutelata sicuramente dal buon sodalizio edificato sulla fratellanza: il prossimo anno l’attività festeggerà le sue nozze d’argento.

Giovane viterbese, Stefania Corinti è una moglie e una mamma che ha saputo far conciliare il suo privato con il proprio lavoro spinta dalla passione di realizzare gioielli secondo la tradizione orafa, un’arte senza tempo.

Piccoli mondi che raccontano una storia nuova che con garbo Stefania ci evoca.

Qual è il suo metodo di lavoro?

 Il primo passo che compio è cercare di capire la persona che ho di fronte, faccio cose uniche ed è bene che rispecchino la personalità di ognuno; poi butto giù dei disegni e li mostro al cliente, che eventualmente può fare delle modifiche. L’oreficeria è estremamente vasta, le opzioni sono tante, bisogna centrare quella giusta, che vive della creatività di chi lo ha concepito e delle emozioni di chi ogni giorno lo indossa.

È riuscita ad affermarsi bene in un settore governato dagli uomini …

Sì, e ne vado fiera. Il riscontro indubbiamente c’è stato e continua ad esserci, dopo 25 anni la gente si fida … nonostante io sia una donna. Nel mio settore ci sono tanti pregiudizi purtroppo, e il fatto che io oltre a creare gioielli sappia anche aggiustare e sistemare orologi non è immediatamente comprensibile da tutti.

Quale peso nella creatività hanno le pietre preziose? C’è una connessione profonda?

 Secondo me le pietre emanano delle vibrazioni, essendo oggetti che provengono dalla terra; associo ognuna di loro ad un’emanazione ben precisa, mi piace leggerne la storia … anche i sassi hanno il loro fascino, ci si possono fare dei gioielli bellissimi! Amo vedere come la natura sia in grado di far conformare pezzi che lasciano davvero a bocca aperta.

Nella creazione di un gioiello quali sono gli elementi che incidono di più? 

Creatività ed innovazione. Entrambe le cose, bisogna sia tenersi al passo con i tempi che coltivare il proprio talento. Quando vado in giro osservo molto, in modo che il mio cervello assorba  immagini che poi rielabora e crea.

Creazioni originali, materiali e design non convenzionale. È così che la sua idea prende forma?

 Sì, esatto. Per non avendo un rituale l’ispirazione mi può venire in qualunque momento e quando succede la fisso immediatamente con quello che mi capita tra le mani, facendo uno schizzo su un bloc-notes o sul cellulare. Ci tengo a precisare che se nella mente non ho un’immagine chiara e bella di ciò che intendo fare non procedo con il lavoro, quello che faccio deve soddisfare anche me, oltre che il richiedente.

Viterbo ama di più l’oggetto creato o il brand di tendenza?

È una reazione alla pari, c’è chi cerca  l’oggetto unico  che divenga un bene prezioso di famiglia e chi assorbe l’offerta mediatica che fa tendenza … forse dopo il lockdown c’è stato maggiore desiderio per l’unicità, in quanto ci si sta riappropriando dei nostri sentimenti, del contatto venuto meno con gli  acquisti online. Tendenzialmente sono le  persone più adulte che desiderano l’oggetto fatto a mano, i giovani seguono più il trend.

C’è un gioiello a cui è particolarmente affezionata?

Sì, è il primo lavoro in oro che ho fatto appena sono uscita dal corso di oreficeria, un anello con dei diamanti molto grandi. Ci ho impiegato tantissime ore, altri colleghi orafi non credevano che lo avessi fatto a mano … e comunque ogni lavoro mi ha restituito quanto avevo dato per realizzarlo.

Qual è la creazione che l’ha fatta sentire più orgogliosa ?

Sono dei gemelli in argento che ho realizzato tempo fa per una persona importante, la quale mi ha detto che ad una cena di gala addirittura  un ambasciatore le ha chiesto dove li avesse acquistati … sono stati notati addirittura a distanza!

È proprio nella stanza di Stefania, ubicata  in una delle piazze più belle di Viterbo, stanza in cui pochissime persone hanno il privilegio di entrare, che prendono vita le idee che portano alla creazione delle piccole e grandi gioie.

Un tempo a Viterbo via Roma era indicata come la via degli orafi; di loro è rimasto come emblema Biaggi, con la nuova generazione, mentre di Ghignoni è rimasta soltanto la bellissima incisione con il nome, al suo posto c’è un’esposizione di abbigliamento sportivo.

Oggi i piccoli mondi che raccontano una storia nuova sono appartati, uniformati nel silenzio. Ciascun gioiello ideato è un pezzo irripetibile, che vive della creatività di chi lo ha concepito e delle emozioni di chi ogni giorno lo indossa, come un sogno che dona eleganza, leggerezza e brio al quotidiano incedere nel nostro mondo.

Se dovete dar forma ad una vostra idea e farla diventare preziosa nel tempo, andate a conoscere Stefania Corinti, nei suoi gioielli c’è la sua anima.

 

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