GolettaVerde, i risultati sull’indagine sulle coste del Lazio

Più di metà dei punti campionati da #GolettaVerde sulle coste del Lazio sono risultati inquinati o fortemente inquinati.
Questi i risultati della indagine a conclusione della tappa laziale

Sono stati 24 i punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde lungo le coste del Lazio e di questi, dieci sono risultati fortemente inquinati mentre due inquinati. Responsabili dell’inquinamento microbiologico, che arriva a mare, i canali e le foci, a causa della cattiva depurazione o della presenza di scarichi illegali.
È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste laziali dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.
Il monitoraggio di Legambiente prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuato sia dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente sia dagli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. In provincia di Viterbo il monitoraggio delle acque nel Lazio è stato eseguito dal 30 giugno al 2 luglio da volontari e volontarie dell’associazione.sono stati due i punti sotto i riflettori: entro i limiti il punto sulla foce del fiume Fiora a Montalto di Castro e inquinato il punto sulla foce del Marta a Tarquinia.
Undici i punti monitorati in provincia di Latina, di cui due “fortemente inquinati” ovvero a Sperlonga, nel punto di prelievo sulla spiaggia di Via Cristoforo Colombo, incrocio via Andrea Doria, e a Minturno, in località Scauri, alla foce del Rio Recillo. “Inquinato”, invece, il giudizio emerso dal campionamento effettuato a Formia, località Gianola, alla foce del Rio Santacroce e a Marina di Minturno, allo sbocco del canale di scolo a sud della darsena. “Entro i limiti” di legge i valori riscontrati a Latina, alla foce Verde; a Terracina, in località San Vito, nel mare di fronte alla foce del canale Sisto; a Porto Badino, sulla spiaggia a nord della Foce del fiume Portatore; sulla spiaggia di Levante adiacente la darsena del porto; a Fondi, alla foce del canale Sant’Anastasia e alla foce del canale tra via Guado I e strada Consortile; e a Gaeta, sulla spiaggia in corrispondenza del torrente Lorgato, fronte via Sant’Agostino.
“Metà delle analisi microbiologiche mostrano porzioni di litorale a rischio a causa di fogne non depurate che arrivano al mare – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – mettendo in pericolo la qualità dell’acqua, l’ambiente marino e, a volte, la salute dei bagnanti.
“Chiediamo ai comuni, soprattutto a quelli dove da decenni i risultati sono sempre pessimi – continua Scacchi – di fare azioni concrete per riqualificare il proprio mare, senza prendere questi dati come un voto al proprio litorale, tantomeno alla propria amministrazione. Gli enti locali devono mettere in campo azioni semplici o complicate ma risolute e decise: bisogna risalire i fossi in cerca di abusivismo fognario, bisogna costruire rapporti e intese con i comuni dell’entroterra, si devono analizzare i parametri e le cause scatenanti dell’inquinamento. Troppo poco è stato fatto, soprattutto là dove continuano a esserci microrganismi di origine fecale che arrivano in mare. La costruzione di contratti di Fiume può essere molto importante e risolutiva per tanti di questi luoghi perché aggrega comuni, associazioni, enti parco, privati e aziende con l’obiettivo di riqualificare l’ambiente fluviale tutelando la biodiversità. Noi siamo a disposizione di tutti per generare questi processi, con l’obiettivo unico di migliorare l’ambiente e il mare del Lazio”.

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