Frankread: l’Unitus c’è

di Chiara Mezzetti

Per l’Halloween dell’Unitus la paura fa novanta, anzi duecento. È in occasione del bicentenario di Frankenstein, il capolavoro che ha consacrato la Shelley come una delle protagoniste più interessanti della letteratura inglese, che l’Università della Tuscia ha organizzato una giornata tutta dedicata al mostro. Si è partiti dalla mattina con le scuole, per concludere nel pomeriggio con un reading dei passi salienti del romanzo. Il “Frankenread”, lanciato dalla Keats-Shelley Association of America, ha ripercorso gli spostamenti e le emozioni della creatura, in una maratona senza sosta tra la Svizzera e l’Inghilterra, i monti e l’oceano. Una condivisione a livello mondiale quella sul “moderno Prometeo”, che ha interessato nello stesso giorno, 300 partner in più di 30 Paesi. Tra le altre università, la Cattolica di Milano e l’Alma Mater Studiorum di Bologna, oltre che la Keats-Shelley Memorial House di Roma. “La modalità di lettura silenziosa si diffonde a partire dal ‘700. Ma ancora nell’800, quando la Shelley scrive, è molto diffusa la lettura ad alta voce, che è vista come mezzo di intrattenimento non troppo impegnativo e permette la socializzazione” ha commentato la prof.ssa Francesca Saggini, docente di Letteratura e Cultura Inglese presso il DISTU. È stata lei, insieme a Maria Giovanna Pontesilli, direttrice del Polo Bibliotecario Umanistico-Sociale dell’Università della Tuscia, a organizzare l’incontro nell’Aula Magna del Distu. 20 le lessie, ovvero i passi considerati autonomi all’interno del romanzo, che sono state affrontate da lettori differenti, con il coinvolgimento di studenti e professori, personale amministrativo e appassionati. Un buon modo per conoscere e apprezzare le sfumature più profonde dell’animo tormentato della scrittrice, riflesso nei suoi personaggi. Sono state anche proiettate man mano una serie di immagini significative, dalle locandine dei film, agli attori, fino ai manoscritti originali del romanzo. In conclusione è intervenuto il dott. Giovanni Montemari, Medicina Plastica e Ricostruttiva ASL Viterbo (Ospedale Belcolle), che ha parlato delle implicazioni medico-scientifiche del romanzo.

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