“Forme e colori nella terra di Tuscia”, ma anche note

Musica, maestro. “Forme e colori nella terra di Tuscia”, ma anche note: al Centro culturale di Valle Faul, oltre alle opere in mostra, c’è stato infatti anche un mini concerto. A raccontarsi a curiosi e studenti (del Liceo Musicale Santa Rosa da Viterbo e del Liceo Artistico Francesco Orioli), il liutaio Andrea Di Maio, accompagnato dal maestro Luca Purchiaroni, che ha eseguito alcuni brani al clavicembalo realizzato dallo stesso artigiano.

La mostra concorso di artigianato artistico e design – organizzata dalla Cna con la Fondazione Carivit e la Regione Lazio e in programma tutti i giorni fino al 12 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, con ingresso gratuito – ha chiuso così il capitolo dedicato ai “Dialoghi con gli artigiani”, curati e coordinati da Ivana Pagliara, operatrice culturale e turistica, di Promotuscia. “Un liutaio a cavallo di due millenni, 1979-2019”: questo il tema dell’incontro con protagonista Di Maio e la sua opera, un clavicembalo copia di quello in stile francese a doppia tastiera realizzato da Vincent Tibaut a Tolosa nel 1681.

Liutaio specializzato nella costruzione di strumenti a tastiera, Di Maio (il cui laboratorio è nel territorio di Canepina) ha iniziato la sua esperienza 40 anni fa. “L’artigianato artistico – ha detto – è una delle esperienze più complete che un essere umano possa sperare di fare”. L’originale dell’opera da lui riprodotta era stata creata per l’aristocrazia, epoca del Re Sole, “un mondo che non c’è più ma di cui è rimasta la musica”. Il liutaio ha colto l’occasione per ripercorrere a grandi linee la storia di quegli anni, con un focus sulla musica di quel periodo, grazie al supporto di alcuni video.

Quindi ha illustrato alcuni aspetti del suo percorso. “In questo ambito – ha spiegato – sono molto conservatori: mi vengono richieste copie fedeli agli originali di antichi strumenti. Faccio questo mestiere da 40 anni: il primo strumento, l’ho realizzato nel 1980, venduto per 400mila lire”. Non un ottimo inizio, perché “poi l’ho riacquistato e bruciato, non suonava. Oggi però non so cosa darei per riaverlo indietro”.

Di Maio si è formato alla scuola di liuteria a Cremona, per poi perfezionarsi con un tirocinio a Edimburgo. Questa la definizione di artigianato artistico illustrata ai numerosi presenti: “E’ un mondo di rivoluzionari silenziosi, che se ne rendano conto e meno”. Per chiudere, la prova che da quel 1980 le cose sono molto cambiate: il maestro Purchiaroni ha dato dimostrazione che lo strumento di Di Maio suona. E che musica.

Cna Viterbo e Civitavecchia

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