Fabio e Pamela Di Niccola: l’Ironman di Copenaghen un sogno che si è avverato

Monica Arigoni

Fabio e Pamela Di Niccola, una felicissima coppia di Civita Castellana sposata da 17 anni, amici e sportivi da 30 anni. Una complicità unica e una passione per lo sport che li unisce da sempre.

Nascono come nuotatori poi, circa 20 anni fa, hanno ampliato con la corsa, 6 anni fa con la bici e da 5 anni hanno messo insieme tutto per inoltrarsi nel magico mondo del triathlon. “È uno sport bellissimo, divertente e sano. Le nostre gare si distinguono da tre sport insieme, prima nuoto, poi bici e infine corsa, tutto di seguito senza pausa. Le distanze sono varie in base alla tipologia di gara a cui si partecipa. Le distanze dell’Ironman sono 3800 mt nuoto, 180 km bici e 42.200 km corsa. È proprio qui il sogno di ogni triatleta, la gara più lunga al mondo”.

Partecipare ad un Ironman è stato il sogno nel cassetto di Pamela fin da giovane. “La mia fortuna è stata proprio quella di aver incontrato mio marito Fabio, allenatore triathlon tra i più quotati. Quando da giovane gli ho parlato del mio sogno di fare Ironman, lui mi ha presa sul serio e successivamente, dopo la nascita di nostro figlio, abbiamo preso insieme un percorso sportivo, passato negli anni da attraversate di nuoto in acque libere a maratone, per finire alle gare di triathlon, prima con gli sprint poi gli olimpici, fino al 2016 con i mezzi Ironman”.

Il 2017 ha segnato il grande sogno. Tre mezzi Ironman: a maggio il Challenge Rimini, a giugno 70.3 Pescara e a luglio Challenge 753 a Roma con un imprevisto 3 posto. Poi finalmente, il 20 agosto, l’Ironman di Copenaghen. “Il grande sogno, il regalo per i miei 40 anni”.

Pamela racconta, sotto forma di diario, le tappe e le emozioni della giornata più importante della sua vita, dopo la nascita di suo figlio.

“20 agosto 2017, ore 4: sveglia, fuori è buio. Scendiamo di sotto per la colazione, siamo circa 300 nel nostro albergo ma nessun italiano. Quasi 3100 i partecipanti, in tutto 18 italiani, ad una delle gare più belle e lunghe del mondo .

Ore 5.15: taxi con altri due atleti spagnoli, ci salutiamo facendoci in bocca al lupo .

Ore 6: inizia a piovere, ci chiudiamo nelle tende, siamo lontani, io con le donne lui con gli uomini. Ma i nostri cuori e le nostre teste sono vicinissimi.

Ore 6.30: ci mettiamo le mute e ci avviciniamo alla partenza. Fabio cuffia rossa con un tempo da professionista parte quasi subito dopo i pro alle 7, io con le cuffie blu subito dopo la batteria delle rosse. La parte del nuoto è dentro un’insenatura del mare, ci sono alghe che ci sfiorano ma fila tutto liscio e chiudiamo i 3800 di nuoto velocemente.

Di corsa in tenda, via la muta, ci asciughiamo bene, fuori fanno 15 gradi e vento forte. Indossato il completino da ciclista si parte per i 180 km di bici con scia vietata. Un percorso meraviglioso, prima sul lungomare poi nelle campagne di Copenaghen. Purtroppo qui arrivano i primi quattro forti temporali con 30 km orari di vento laterale. Rallento un pochino durante gli acquazzoni ma proseguo fino al parcheggio sotterraneo di Copenaghen. Qui ci ritirano al volo la bici e prendo la sacca run.

Di nuovo in tenda per mettere i vestiti asciutti per la maratona, 42.200 km di corsa dentro Copenaghen. Un percorso bellissimo, gente in ogni angolo pronta a sostenerci, un’emozione unica soprattutto quando finalmente mi ritrovo con mio marito.

Lo vedo arrivare con la sua barba tricolore fatta apposta per l’occasione. Ci abbracciamo, ci baciamo. Lui mi guarda e dice: ce l’hai fatta, hai fatto i tuoi 180 km di bici sotto il temporale. Mi perdo tra le sue parole e trovo ancora più energia per proseguire. Fabio termina dopo 11 ore io dopo 13.45. Lui mi ha sostenuta fino alla fine, fino all’ottavo temporale che ha segnato la mia maratona Ironman. Appena mi sono resa conto di essere giunta al traguardo, 1 km circa dall arrivo, ho iniziato a piangere. Non era un pianto normale ma il pianto di una persona che aveva realizzato il suo sogno, il sogno che portava dentro fin da ragazzina, l’Ironman di Copenaghen. Ho fatto piangere mezza Copenaghen e tutti quelli che hanno ascoltato il mio racconto, tutti quelli che hanno visto il mio arrivo hanno pianto con me, lacrime di gioia immensa. Quindi un grazie speciale a te amore mio, Fabio Di Niccola, per avermi ragalato un sogno”.

Alla gara più lunga al mondo Pamela e Fabio ci sono arrivati dopo un lungo anno di allenamenti mirati. “Creare una struttura perfetta ad affrontare la gara è stato il nostro obiettivo, per evitare infortuni, per sopportare sforzi prolungati, per portare la mente ad un livello superiore. Un anno di alimentazione perfetta fatta di prodotti naturali, soprattutto la mia alimentazione. Sono celiaca, intollerante al lattosio, allergica al nichel, ho l’artrite e la pressione alta. È stata una sfida durissima. Mio marito ha dovuto calcolare tutto per una vita di coppia, familiare, lavorativa e sportiva perfetta, soprattutto fatta di divertimento e serenità, perché la cosa più bella è riuscire in un’impresa come questa con il sorriso sulle labbra. Insieme abbiamo affrontato anni di allenamento per superare i nostri limiti e in questo ultimo anno abbiamo sognato sempre insieme la nostra gara, il nostro primo Ironman. Ogni mattina ci siamo allenati insieme, felici di farlo senza nessun sacrifico”.

Fabio e Pamela pensano già ad altre sfide insieme, un altro Ironman e qualche altro sogno chiuso per adesso in un cassetto. Il loro consiglio a chi volesse partecipare ad un Ironman: “Non improvvisatevi, scegliete un professionista che possa seguirvi, alimentatevi bene e naturalmente, soprattutto credete profondamente nel vostro sogno. Non servono allenamenti di quantità ma solo di qualità”.

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