Etruschi, Celti, Protostorici e la volta celeste, conferenza di Francesca Pontani

La scoperta del cielo da parte dell’uomo costituisce certamente uno dei capitoli più affascinanti nella storia della nostra civiltà: giorno, notte, sole, luna e stelle.
E proprio da questo assunto prenderà le mosse la conferenza “Etruschi, Celti, Protostorici e la volta celeste. L’uomo antico scopre il cielo”, a cura dell’archeologa Francesca Pontani, in programma per il 20 giugno a Tarquinia, presso lo splendido Palazzo dei Priori, nell’ambito della kermesse “Il Mese Degli Etruschi”.
Da sempre l’uomo ha rivolto lo sguardo al cielo per trarne informazioni, ma anche emozioni straordinarie. L’alternanza del giorno e della notte e il corso degli astri hanno aiutato gli uomini di ogni epoca a scandire il tempo, a regolare i lavori agricoli, a dirigere il loro cammino, quindi la capacità di interpretare i messaggi del cielo riveste da sempre un’importanza fondamentale.
Così dalla nascita dell’astrologia in Mesopotamia e quindi dell’astronomia presso altri popoli, si assiste ad una variegata lettura di fenomeni cosmici che, poco a poco, entrano nel quotidiano.
Fin dalla Preistoria, come oggi, l’uomo guardando il cielo si fa le stesse domande davanti alla visione della Luna e delle stelle: “Perché esistono? Perché esistiamo? Stanno forse cercando di dirci qualcosa?”
Il desiderio di rispondere a queste domande ha spinto l’uomo antico a cercare di comunicare con qualcosa di più elevato o di più potente di se stesso ─ un essere supremo ─ in modo da poter così acquistare un certo controllo sul proprio ambiente e sulla propria vita.
Il cielo notturno, con tutte le sue innumerevoli stelle, ci fa sentire minuscoli rispetto all’infinità dell’Universo; la notte inoltre, nascondendo ciò che normalmente è ben visibile, da un lato accentua la nostra inquietudine e il timore di pericoli ignoti, dall’altra ci fa sentire diversi, ci aiuta a prendere contatto con la parte più segreta di noi stessi.
In questo quadro di riferimento l’idea di proporre una esposizione per presentare il pensiero dell’uomo antico attraverso il punto di vista di alcune specifiche popolazioni: quelle degli Etruschi, dei Celti e delle antiche popolazioni delle regioni dell’Europa centrale.

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