Diana, una donna tutta cultura, sociale e Vetralla

di Arnaldo Sassi

Alta, magra, capelli lunghi che danno sul castano chiaro, un sorriso smagliante, ma soprattutto un amore per la cultura, il sociale e la sua terra d’origine. “Anche se io sono nata a Roma – esordisce – ma qui ci sono arrivata quando avevo appena due anni”.

Stiamo parlando di Diana Ghaleb, vetrallese, figlia di quel Davide che proprio nel piccolo centro della Tuscia ha realizzato una casa editrice piccola, ma di tutto rispetto, che pubblica soprattutto libri inerenti il territorio, con lo scopo di promuovere le bellezze culturali che lo contraddistinguono.

“Fare editoria oggi è molto complicato – dice il titolare dell’impresa – perché la gente legge sempre meno. Preferisce lo smartphone o il tablet e il cosiddetto tempo libero è in forte calo. Però riusciamo ad andare avanti, puntando soprattutto sulla qualità e sulla specificità dei nostri prodotti”.

Tornando però a Diana, va detto subito che nel tempo ha costruito un rapporto d’amore con il piccolo centro della Tuscia. “Attualmente – esordisce – insegno al liceo scientifico Meucci di Ronciglione, ma la mia attività principale si svolge qui. Anzi, dopo sei anni di residenza a Viterbo (mio marito è viterbese e per questo ho abitato lì), sto ritornando a Vetralla, dove ho acquistato anche una casa”.

E proprio a Vetralla sta programmando la sua attività per il futuro, prossimo e remoto. “L’idea – prosegue – è quella di proseguire insieme a mio fratello l’attività della casa editrice, in un contesto che sta cambiando. Intanto c’è stata la pandemia che ha rivoluzionato tutto, poi stanno mutando usi e costumi. Ma noi abbiamo la fortuna di avere una sede che ci consente anche di stare all’aperto (dietro il portone d’ingresso del palazzotto storico di via Roma 41 infatti, c’è un ampio giardino dove è possibile radunare un congruo numero di persone) e di organizzare lì tutta una serie di iniziative”.

Quali?

“Oltre alla presentazione di libri, anche concerti e cinema all’aperto, pure in collaborazione col Comune. E poi abbiamo creato una cooperativa di comunità, grazie a un bando di Legacoop che abbiamo vinto”.

Cos’è?

“Una vera e propria impresa, una startup, che nasce per rispondere ai bisogni della comunità. Offre soprattutto servizi di carattere culturale, legati al cinema, alla musica, alla lettura per un pubblico che non deve essere solo locale. Tanto è vero che abbiamo avuto risposte anche da Roma”.

C’è un sogno nel cassetto?

“Sì, ma per il momento è un obiettivo a lungo termine. Qui, in via Roma, dall’altra parte della strada, c’è un locale in disuso che negli anni ’30 era un cinema. Ha funzionato fino agli anni ’80, quando fu trasformato in una sala per eventi. Ad esempio a Carnevale veniva utilizzato come sala da ballo. Poi però è stato chiuso per motivi di sicurezza. Adesso è fatiscente e andrebbe ristrutturato, ma l’impegno economico è notevole. Noi lo abbiamo in comodato d’uso e stiamo partecipando ad alcuni bandi regionali ed europei per ottenere finanziamenti. Ma, non essendo proprietari dell’immobile, siamo meno agevolati. Adesso sta girando una voce che il Comune vorrebbe acquistarlo: vedremo”.

Però lei si occupa anche di altre cose…

“Sì. A scuola ho un incarico di responsabile della legalità. Il liceo Meucci infatti è capofila di una rete (raccoglie 22 istituti in tutta la provincia) intitolata a Giovanni Falcone. Nel corso dell’anno abbiamo fatto svariate iniziative, sia in videoconferenza che in presenza. E abbiamo avuto ospiti di un calibro piuttosto elevato, come Giovanni Impastato, fratello di Peppino (ucciso dalla mafia, ndr) e don Aniello Manganiello, un prete molto attivo su questo campo, che opera a Napoli, nel quartiere di Scampia. I ragazzi hanno risposto bene e per me è stata una bella soddisfazione. Penso infatti che la scuola non sia solo libri, ma anche vita vissuta”.

E la politica?

“E’ stata anche quella una bella esperienza. Sono stata consigliere comunale durante la scorsa legislatura e, per sei mesi, anche assessore alla cultura. Con zero soldi siamo riusciti a organizzare un bel po’ di eventi, soprattutto d’estate, come un festival di musica jazz e uno dedicato al teatro dei piccoli. Poi, l’anno scorso abbiamo perso le elezioni…”.

Programmi per il futuro?

“Continuare il lavoro di papà, innanzi tutto. E voler bene a Vetralla, in maniera fattiva”.

Diana e Davide Ghaleb
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