“Della fisica e dei delitti. Radiodramma in un atto unico”, al San Leonardo un’indagine in chiave ironica sul labile confine tra scienza e follia

di Sara Grassotti

spettacolo

Fra le funzioni del teatro, la principale è quella di dare l’opportunità a chi ne fruisce di esplorare altri mondi e altre vite. Obiettivo pienamente centrato dall’associazione culturale viterbese Fanalino di Coda, che sabato sera al San Leonardo ha portato in scena “Della fisica e dei delitti. Radiodramma in un atto unico”, una pièce complessa, diretta da Daniela Achilli, liberamente ispirata dalla commedia grottesca “I fisici”, composta dal drammaturgo svizzero Friedrich Dürrenmatt nei primi anni Sessanta.

La scenografia, curata in ogni dettaglio, ricrea l’ambientazione di un’ala della clinica psichiatrica privata Les Cerisiers, refugium peccatorum di pazienti altolocati e abbienti, dove si consumano una serie di misteriosi ed efferati omicidi a scapito di tre infermiere. A indagare, il commissario Richard Voss che, in dialogo con la dottoressa Mathilde Von Zahnd, responsabile della struttura con la coscienza a doppio fondo, tesse interessanti e articolati ragionamenti sul sottile confine tra follia, scienza e potere, andando ben oltre la natura dei crimini compiuti dai tre ospiti della clinica, accomunati dalla passione per la fisica, al punto di credersi Einstein, Newton o di sentirsi persino in comunione e in contatto con re Salomone. A vivacizzare i tempi scenici, incursioni di musica elettronica e rock con una chiusura azzeccata, affidata al celebre pezzo anni ’80 Rock ‘n’ Roll Robot. Credibili nei diversi ruoli le cinque attrici sul palco: Vera Anelli, Sara Donato, Eleonora Faccenda, Federica Lucci, Barbara Stefanoni, versatili e a proprio agio anche nel dar voce e sembianze ai personaggi maschili. Lo spettacolo, alla fine, non offre allo spettatore un pensiero risolto della storia, ma lo sollecita alla critica e al ragionamento su temi assolutamente attuali. Un’opportunità preziosa per chi ha a cuore il teatro contemporaneo.

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