Dario Guidi a XFactor con il respiro di Vico nella sua arpa celtica

Dario Guidi, appena ventenne, già qualche anno fa impressionava per la sua capacità di interpretare ogni brano, anche con la gestualità e la mimica facciale, grazie anche alla sua attività teatrale. La passione per l’arpa celtica differenzia fa la differenza, ma tutto per Dario Guidi è iniziato con un talent.
Sorpreso di questo successo?
Sinceramente inaspettato perché arrivato velocemente , non mi ha inebriato mi ha fatto capire che se dietro non si porta con sé un percorso continuativo fatto di studio e di predilezione, rimane una meteora che si smorza in breve tempo.
Vive Fabrica di Roma… ci racconta qualcosa in più di lei?
Sono nato il 21 maggio del 1994 a Viterbo e vivo a Fabrica di Roma dove i miei genitori gestiscono da 35 anni una cartolibreria- edicola, ho una sorella Fulvia, lei è la parte razionale della famiglia, con la sua laurea in Economia. Io ho seguito un percorso di studi con indirizzo classico, mi sono diplomato a Liceo di Civita Castellana.
Da dove comincia la passione per la musica e per uno strumento particolare come l’arpa celtica
La mia passione per la musica ed il teatro inizia alle elementari con piccole forme di recitazioni, una passione quella per lo spettacolo che sentivo crescere dentro di me. Intorno ai quindici anni inizio a prendere lezioni di canto da una eccellente insegnante Sally Moriconi, ma lo strumento di grande attrazione per me rimaneva l’arpa celtica e in pochi la suonavano. Scoprimmo in famiglia che a Orte c’è una buona scuola di musica barocca e fu li che mio padre m’iscrisse ed iniziai con il maestro argentino Lincoln Almada. L’arpa celtica è uno strumento non riconosciuto nei Conservatori e le mie lezioni furono tutte private. Ma i miei genitori iniziarono a percepire che la mia non era pura curiosità ma una passione che cresceva con me. E si dichiararono pronti a sostenermi.

Quanto il Festival di Viterbo le ha aperto le porte?
Mi ha aperto una visione sul mondo musicale. A 13 anni quando sono salito su quel palco a Viterbo ho provato la stessa emozione di quando qualche anno più tardi sono salito sul palco di XFactor Il Mini Festival negli anni è cresciuto notevolmente grazie alla serietà organizzativa e ad una figura coinvolgente come quella di Paolo Moricoli suo ideatore che di tanto in tanto continuo a sentire
Come è arrivato ad XFactor… E’ stata una bella esperienza?
Avevo provato già nel 2012 a 18 anni ma non sono stato selezinato. La coincidenza volle che nel 2013 mi trovavo a Roma nel giorno in cui c’erano di nuovo le selezioni. Senza pensarci e nemmeno prepararmi sono andato: ero il 23.806 esimo. Mi hanno trattenuto sino a sera e a fine maggio mi hanno comunicato che ero rientrato tra i primi 100. Il vincitore fu Lorenzo Fragola ed io arrivai tra gli ultimi 6 su 60.000 partecipanti. Per me rimane l’unico talent in cui l’artista viene temperato. Ho lottato per conquistare una posizione ma non sono stato snaturalizzato.
Come risponde il pubblico alla piattaforma digitale, il mondo del web al genere italiano pop rivisitato?
Il singolo lanciato in XFactor chiaramente ha goduto della forza mediatica del programma. Il nuovo singolo “Il Bello del vero” sta andando bene, non effonde grandi numeri il mio rimane un genere di nicchia.
E’ un pubblico solo giovane… ?
E’ senz’altro un pubblico che contiene una fascia di età estesa dai 15 al 60 anni affezionato ai cantatori a cui m’ispiro come Angelo Branduardi Battiato e Fabrizio De Andrè che unisce il teatro alla musica
Pensa che la discografia ormai abbia come unico canale di veicolazione la rete?
I miei brani sono raccolti da una etichetta auto riprodotta e indipendente. Credo che la grande discografia non possa eludere la rete per presentare le novità, il catalogo dei propri artisti con la possibilità di scaricare alcuni file audio e video. Per quanto mi riguarda spero di essere ingaggiato da una Casa discografica come la Sugar una etichetta discografica italiana di grande intuizione.

Il concerto in un contesto come quello delle Serate Borgiane, accentrato su una musicalità lirica, è un modo di avvicinarsi ad una forma di contaminazione come aveva iniziato a fare il grande Pavarotti?
La mia partecipazione è solo una sperimentazione di sonorità di contaminazioni elettroniche. La lirica è distante da me, dalle mie corde. Credo nel progetto della direzione artistica che trovo vitale e innovativo posto in uno contesto stupendo. Per me che muovo i primi passi è una possibilità.

I suoi programmi immediati….
Una serie di concerti in giro per l’Italia, poi la preparazione dell’album di prossima uscita “Rintocco”.
E la preparazione di un nuovo singolo da proporre al prossimo Festival di San Remo.

Della sua vita di provincia cosa cambia o si sta modificando
Assolutamente nulla,in questi ultimi anni ho fatto nuove conoscenze provato nuove emozioni, ma nulla mi ha destabilizzato i miei piedi sono fermi e poggiano sulle mie radici … i miei amici sono loro.. Maria, Dario Gianmaria,Federica Serena il giro di Fabrica.

Cosa ama di più della provincia viterbese
?
Il verde, la vegetazione che ti ossigena e ti fa tirare respiri profondi. Il Lago di Vico è il mio paesaggio preferito.

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