Daniela Wicke: serve la voglia di rimmettersi in gioco

“La vita è un cerchio, tutto ritorna”. Daniela Wicke si scosta i capelli dalla fronte e sorride. Nata vicino a Stoccarda, vive nel capoluogo della Tuscia da sei anni.

“La cittadina dove sono cresciuta è piccola e antica, come Viterbo”. Daniela è una di quelle persone che ne racchiudono misteriosamente molte altre. In lei i ruoli si sovrappongono come scatole cinesi. Insegnante di lingua, sceneggiatrice, film maker, organizzatrice di eventi, mamma.  Dopo gli studi in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove consegue master in letteratura e scienze audiovisive, trascorre un periodo a Berlino.

“Ero affascinata dal teatro, dalla recitazione, poi ho scoperto il cinema, le fiction”. La sua vera grande passione. “Fintanto che reciti, sei alla mercé di qualcun altro, come il regista, che ti dice tutto quello che devi fare. Io invece volevo essere autonoma. Volevo dire la mia. E con la formazione letteraria alle spalle,  mi sentivo in grado di raccontare storie in prima persona”.

Comincia a collaborare alla realizzazione di documentari e cortometraggi, nel campo della moda, della cultura e del lifestyle. Lavora ad Amburgo, Monaco, Parigi, L’Avana, come assistente di produzione e di regia. Sette anni fa si innamora e decide di trasferirsi a Viterbo, per crearsi una famiglia. Nasce il suo bambino, e le sue priorità diventano altre. “Avevo scelto di vivere a Berlino per l’arte, ma non era stato facile: è una città affascinante, ma per certi versi dura”.

Ma Daniela non si fa intimorire dalle sfide. “Venire a Viterbo, una città italiana di provincia, non conoscendo una parola di italiano, è stato altrettanto complicato”.  Ai suoi occhi Viterbo può rappresentare il luogo ideale per formare un nucleo sicuro e felice, per sé e per la sua famiglia. E lentamente, grazie alla sua tenacia e alle sue competenze, riesce a costruirsi nuovi ruoli anche qui.

Oggi Daniela Wicke insegna lingua tedesca all’Università della Tuscia, e sceneggiatura presso l’Accademia di Belle Arti “Lorenzo da Viterbo”.

Nel 2010 ha vinto un premio per la sua sceneggiatura “Berlin-Drama” al Los Angeles Reel Film Festival. Insegna corsi di video per tutte le età. Collabora con l’ambiente culturale della città e organizza eventi di successo, come “Sogni in H2O”, un evento artistico svoltosi nel 2014 nei locali del Bic Lazio, che ha visto l’esibizione di 44 artisti presenti sul territorio, attraverso performances, installazioni, videoarte, fotografie e opere d’arte. E spesso sente il richiamo del suo antico amore, la macchina da presa.

Ha collaborato con Rai5 per la realizzazione del corto “Non smettere di amare” e ha realizzato un portrait di Viterbo dal titolo “La Gatta”, un ritratto della città visto con gli occhi dei diversi e degli esclusi.

Ma lo sguardo di Daniela Wicke corre a un futuro non troppo lontano, ad un altro cerchio che deve chiudersi. “Il mio obiettivo è realizzare un lungometraggio, entro cinque o sei anni”. Inevitabile domandare a un personaggio come Daniela impressioni sul paese in cui ha scelto di vivere. “L’Italia è un paese bellissimo, dal punto di vista climatico, naturalistico, architettonico e culturale. Un paese che sfortunatamente gli stessi italiani sottostimano. Anche la cultura è sottovalutata. Peccato, perché c’è un grande potenziale da sfruttare. C’è una sorta di acquiescenza, di rassegnazione allo stato di cose, e questo non va bene. È qualcosa che cerco di insegnare ai miei studenti: di avere un’opinione, qualsiasi essa sia. Mi piacerebbe veder nascere una sorta di fermento culturale, una voglia di rinascita, di rimettersi in gioco, di non accettare di percorrere la strada che altri hanno disegnato per noi”.

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