Croce Rossa, il presidente più giovane è a Viterbo

Il 28 febbraio scorso Marco Sbocchia, 22 anni, nato e residente a Capodimonte, un volto pulito che riporta alla quiete del suo borgo di provincia, è divenuto per votazione il più giovane presidente dei comitati di Croce Rossa eletti nel nostro Paese.
Una nomina sorprendente, perché avvenuta senza disarmonie o colpi di scena all’interno del comitato della CRI di Viterbo, a seguito di regolari elezioni svolte per il rinnovo delle cariche statutarie.
Della sua lista hanno prevalso idee e progetti chiari al punto che hanno ottenuto l’approvazione prevalente da parte di 300 elettori effettivi sugli oltre 500 votanti, soci attivi della Croce Rossa chiamati al voto, superando una altrettanto valida lista concorrente che di voti ne ha presi 205.
Un segnale di svolta ma anche di necessario confronto.

In questi giorni il suo insediamento: Emozionato?
Emozionatissimo ma con le idee chiare. Ho appena ricevuto le consegne e parto dagli obiettivi prioritari identificati nel mio programma: aumentare la presenza e l’impatto verso il territorio per comprenderne i reali fabbisogni e rendere l’apporto dell’associazione funzionale a ciò che davvero serve soprattutto in un momento come l’attuale di grande disagio sociale.

Sette i principi su cui si fonda l’attività di Croce Rossa in tutto il mondo: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unitarietà e universalità. Come pensa di farli coesistere con il suoi programma?
Sono i principi fondanti distintivi del mondo che popola la Croce Rossa, le linee guida rese a ogni volontario, l’insieme di tutti gli elementi che costituiscono l’immagine della C.R.I, il mio essere qui oggi ne riprova la condivisione, non ci sarà per questo il problema della coesistenza, sono ispirati ai nostri principi fondamentali, ai valori umanitari da cui fluiscono le nostre azioni di ogni giorno. L’importanza è di plasmarli sulle richieste del territorio per trarne riconoscibilità.

La sua lista proponeva un pacchetto di nuove attività e innovazioni anche strutturali. Ce le vuole indicare?
In assoluto aumentare la presenza e l’impatto verso il territorio, estendere la formazione per avvicinare nuovi volontari motivati. Agire nella trasparenza in condivisione delle decisione, delle idee, dei progetti con il Comitato. Una gestione aperta al dialogo e al confronto percepita sia all’interno che all’esterno.

Il nuovo direttivo del comitato di Viterbo comprende anche le sedi territoriali di Blera, Capodimonte, Tuscania, Valentano e Vetralla, l’organizzazione si localizza rispetto al controllo provinciale che esisteva?
La Croce Rossa dal 1 gennaio di questo anno ha mutato la sua veste giuridica, trasformandosi da Ente di diritto pubblico ad Associazione che segue le regole del diritto privato. Un passaggio importante che ci ha uniformati alle realtà nazionali di Croce Rossa.
La riorganizzazione ne ha rimodulato le competenze, oggi c’è un comitato nazionale, un comitato regionale e sul territorio locale ci sono i comitati con la gestione di Municipalità strettamente legati ai propri territori, con referente il comitato regionale. Una struttura più diretta e leggera. Insomma più operativa.

La Croce Rossa nell’immaginario quotidiano è vista come un ausilio più infermieristico. Come cambierà?
Se la Croce Rossa di Viterbo conosce una fase di rinnovamento con la fresca direzione di un giovane presidente, gli elementi di impegno saranno l’aumento dell’impatto sul territorio – sia come numero di servizi, sia come attività dei volontari, anche in termini di presenza nella comunità per stabilirne un rapporto diretto. Dobbiamo incrementare le attività destinate ai giovani, dal sostegno sociale, all’organizzazione di attività ludiche o campagne per promuovere stili di vita sani. Insomma l’implementazione del servizio soprattutto nell’area sociale.

Quali sono le nuove necessità a cui pensa di dare la priorità?
L’avvicinamento dei giovani, rendendoci più visibili, facendoci trovare facilmente nei punti di aggregazione e stimolare in loro la voglia di entrare a far parte di Croce Rossa. Io sogno tanti giovani volontari che formino una rete capillare per fare di più, fare meglio e ottenere un sempre maggiore impatto.

Una Croce Rossa più in mezzo alla gente, che di rappresentanza?
Esattamente. Una Associazione più innovativa che sappia essere dentro le nuove idee, i nuovi progetti del nostro tessuto locale, come l’assistenza ai grandi eventi, e di riflesso le attività formative collegate con le nuove esigenze epocali, il tutto in linea con i principi dell’Associazione.

Da dove inizia e come finisce la sua giornata di Presidente?
Inizia presto con il suono della sveglia a Capodimonte, poi l’arrivo a Viterbo nella nostra sede sulla Teverina, in cui c’è sempre un gran da fare, specie in questi miei primi giorni d’insediamento. Una sede aperta in cui vorrei arrivassero tanti nuovi volontari di cui c’è un gran bisogno per aumentare gli interventi rivolti al territorio. Anche ora che le giornate si stanno allungando mi accorgo inaspettatamente che si è fatta sera velocemente e riprendo la via del ritorno, di nuovo verso casa a Capodimonte, con il riflesso del lago che con il buio sembra ancora più magico.

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