Una crema solare completamente innovativa grazie alle risorse della natura e alle bio-nanotecnologie, questa l’incredibile innovazione realizzata dalla Gentoxchem, una società spin-off dell’Università degli Studi della Tuscia, nata per valorizzare i risultati della ricerca scientifica. La società opera nei settori della chimica farmaceutica e industriale, della sicurezza alimentare e ambientale e della tossicologia. Ad oggi, il progetto principale dello spin off riguarda, appunto, una crema solare di nuova concezione, assolutamente naturale e particolarmente indicata per i bambini grazie all’assenza di sostanze di origine sintetica. “La nostra crema solare è totalmente green, a differenza di quelle attualmente in commercio utilizza filtri solari naturali di nuova concezione, basati su nano-capsule di lignina, il polifenolo più abbondante nel legno – spiega Stefano Poponi, responsabile commerciale di Gentoxchem – Bisogna considerare che l’Unione Europea ha classificato come ‘estremamente preoccupanti’ alcune delle sostanze presenti nelle creme attualmente in commercio, come ad esempio gli ftalati e gli alcani ad alto peso molecolare, che costituiscono un serio pericolo per la salute umana e per l’ambiente. L’impiego della lignina in uno stato nano-strutturato permette di evitare l’uso di queste sostanze garantendo un’efficacia anche” superiore.
Grazie alle competenze trasversali del team dei professori coinvolti – il prof. Raffaele Saladino, docente di Chimica Organica ed il prof. Pasquale Mosesso, docente di Genetica – la Gentoxchem è anche in grado di offrire una serie di servizi innovativi per il territorio. “Stiamo sviluppando per il distretto di Civita Castellana dei film autopulenti basati su nanotubi di diossido di titanio che impediscono la formazione di cariche batteriche – continua Poponi – Il nostro contributo all’innovazione, in questo ambito, è stata l’applicazione di una tecnologia nota ad un ambito produttivo totalmente inedito. La GentoxChem promuove innovazione anche nell’ambito socio-sanitario. Abbiamo promosso, assieme all’Università della Tuscia, una conferenza per sensibilizzare il territorio al problema dell’arsenico e sulle ricadute che questo ha sugli aspetti biomedici, agroalimentari e idrogeologici, nonché sulla salute delle persone. In particolare la Gentoxchem ha proposto, in collaborazione con l’Università della Tuscia, l’ARPA, l’ENEA, e l’Istituto Superiore di Sanità, uno studio per determinare la concentrazione di arsenico nei tessuti biologici in funzione delle abitudini alimentari e gli stili di vita delle persone, al fine di correlarlo alla incidenze di specifiche patologie e valutare nel tempo l’effetto delle procedure di potabilizzazione. Parallelamente, abbiano stipulato una convenzione con le Terme dei Papi per l’analisi dei fanghi termali e la loro valorizzazione cosmoceutica. Il lavoro ha permesso alle Terme di brevettare un’innovativa tecnica per separare e caratterizzare i principi organici attivi contenuti nei fanghi e valorizzali in maniera specifica sulla base delle loro proprietà farmacologiche. Un altro dei nostri filoni di ricerca riguarda poi la valutazione della potenziale tossicità di elementi all’interno delle materie prime che vengono utilizzate dall’industria alimentare. In questo ambito collaboriamo con diverse aziende per creare schede sicurezza che attestano il livello di tossicità all’interno di prodotti applicando delle innovative procedure di tossicologia in silico”.
Il particolare legame al territorio della Tuscia ha finito per influenzare le scelte commerciali della società “Sarebbe facile ‘cedere’ il nostro prodotto a qualche colosso farmaceutico – spiega Stefano Poponi – che, magari, lascerebbe il brevetto in un cassetto, solo per toglierlo dal mercato. Il nostro obiettivo è invece quello di trovare partner per creare valore all’interno del territorio, per generare reddito ed occupazione”