Covid 19 e Didattica a Distanza: “Nella Formazione Professionale una grande sfida per tutti”

Il settore Formazione professionale su cui si muovono i Corsi di Formazione professionale della Provincia di Viterbo,finanziati dalla Regione Lazio, per le qualifiche di:Estetista – Meccanico – Acconciatori – Elettricisti – Commis di Cucina e Commis di Sala e Bar – Operatori ai servizi di promozione ed accoglienza indirizzo turistico, si sono ritrovati anch’essi con il Covid-19 nella osservanza della didattica a distanza.
Si è trattato di una grande sfida che coinvolge sia docenti che allievi per dare una risposta che non sia quella della rassegnazione. Le scuole e i centri di formazione si sono prontamente attivati per mantenere vivo il rapporto con i propri allievi e fare in modo che l’emergenza non fermasse la scuola, nonostante l’evidente difficoltà di ritrovarsi da un giorno all’altro dalla classe reale a quella virtuale.
Sicuramente la didattica a distanza ha omesso forzatamente quella componente pratica, fondante nella preparazione dello studente indirizzato alla professione.
Cosa ha significato entrare in questa nuova metodologia, per una scuola di formazione professionale?
“Di certo sono venute a mancare le ore di stage e di laboratorio che costituiscono una parte significativa del programma dei corsi, mettendo in evidenza le problematiche da affrontare che per questo tipo di studenti sono di gran lunga superiori,afferma Rossana Costantini, insegnante di italiano nel corso Estetista e Tutor del Corso Duale (alternanza scuola lavoro).
“Se esaminiamo la didattica in base alle discipline teoriche, ritengo che punti di debolezza e di forza della Formazione a Distanza non differenziano molto da quelli riscontrati in tutte le scuole statali di ogni ordine e genere, afferma la docente.- In tale caso c’è da tenere conto delle diversità esistenti tra i percorsi della formazione professionale con la tipologia di studenti più portata alla applicazione che alla inclinazione teorica –
La mancanza di conoscenze tecniche nonché di un’adeguata strumentazione di cui non tutti gli studenti possono disporre. e non da meno il sovrapporsi dei collegamenti tra fratelli-studenti e genitore in smart-working ha costituito spesso una difficoltà oggettiva.
Non tutti gli studenti della formazione professionale hanno la possibilità di recepire che gran parte della responsabilità del percorso di apprendimento ricade solo ed esclusivamente su se stessi in quanto viene meno il contatto diretto con il docente e a risentirne maggiormente, sono stati soprattutto gli allievi che hanno più difficoltà di apprendimento.
Ne ha risentito pure la minore attenzioni sulle fasce deboli nella grande difficoltà per andare incontro alle loro necessità, senza sottovalutare la “scomparsa” degli studenti invisibili che non hanno mai partecipato alle lezioni.

Associazioni e sindacati della scuola , in particolare, hanno chiesto disposizioni che tengano conto delle diversità esistenti tra i percorsi della formazione professionale, permettendo, ove occorra, di concludere l’anno in corso con un maggior numero di ore di teoria per recuperare l’anno successivo quelle appunto di pratica”.
Di questa esperienza prosegue la docente Costantini non debbono essere sottovalutati i punti positivi,come la presa di coscienza da parte degli studenti più uniformati nel percepire l’esperienza come una possibilità di crescita. A farne le spese maggiori come ribadito sono quelle situazione che già di per se rappresentano un quadro fragile.
Se al docente è mancata la condivisione diretta indispensabile per creare empatia, coinvolgimento, partecipazione ed amicizia con gli alunni, il vantaggio è stato quello di avere avuto modo in brevissimo tempo, seppure con difficoltà, di prendere dimestichezza con la tecnologia che probabilmente fuori da questa esperienza forzata non si sarebbe fatta.
In sintesi afferma Rossana Costantini il vero, grande problema riscontrato per il Corsi di Formazione Professionale è dato dalla sospensione delle attività di laboratorio e dello stage da svolgere in presenza in quanto il conseguimento del diploma o della qualifica sono basati essenzialmente sulle attività professionali che, fatta eccezione per i primi anni, corrispondono ad un considerevole numero di ore.
Rimane in sospeso il problema del IV anno. Verrà riconosciuto agli allievi un credito di frequenza che potranno utilizzare per la partecipazione a percorsi formativi di natura pratica che consentiranno l’accesso all’esame finale. Una apparente possibile soluzione che lascia in bilico quanti avevano già progetti ben definiti come probabili assunzioni o proseguimento degli studi con accesso ad un quinto anno delle statali per il conseguimento del diploma diverso da quello professionale.
La sfida che vede coinvolti tutti riguarda in particolare le necessità di non lasciare indietro nessuno.(S.G.)

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