“Costruire comunità: We Care”, in mille in festa per le strade della città dei Papi

Le strade del centro sono tornate a riempirsi di colore musica e allegria. Gli studenti dell’Istituto Fantappiè, dalla materna sino alla secondaria di I grado, hanno salutato questo anno scolastico, ormai agli sgoccioli, con un progetto che ha portato in piazza la loro creatività e la voglia di stare insieme. Il progetto We Care, organizzato dal dirigente scolastico Valeria Monicelli, in collaborazione conl’Associazione Juppiter,  ha fatto ritrovare il piacere dello stare insieme. «Oggi abbiamo fatto vedere alla città che siamo tornati a essere una comunità. La scuola torna ad essere al centro del territorio», sono state le parole della dirigente. Dalle 9 i ragazzi partendo da Porta Romana hanno raggiunto piazza del Plebiscito per poi occupare le piazze del centro storico e lasciare il loro segno con i gessetti colorati sui sanpietrini grigi che si sono trasformati in tele d’artisti che chiedevano pace e amore per l’ambiente.

Tornare a giocare insieme nelle piazze della città, riscoprirla, sentirla propria e sentirsi felici: è “Costruire comunità: We Care”, la festa della scuola che giovedì ha fatto tappa a Viterbo, organizzata da associazione Juppiter e istituto comprensivo Luigi Fantappiè, in collaborazione con la Asl Viterbo e finanziata dal ministero dell’Istruzione.

Dalla sala consiliare del Comune, a febbraio, presentando uno dei tanti progetti dell’associazione, il presidente Salvatore Regoli, lo aveva promesso: “Riporteremo bambini e ragazzi nelle piazze del centro storico a giocare”. Promessa mantenuta in appena tre mesi.

Dopo analoghe iniziative a Vulci e Capranica, nei giorni scorsi, dove a festeggiare in strada il ritorno alla vita post-pandemia sono stati duemila giovanissimi tra i 3 e i 19 anni, una folla colorata di studenti dell’istituto comprensivo statale Luigi Fantappiè ha invaso oggi le strade del capoluogo. Un modo di riappropriarsene simbolicamente, dopo i mesi bui dell’emergenza sanitaria, dell’isolamento, del distanziamento sociale.

L’iniziativa  ha coinvolto tutti i ragazzi e i lavoratori della scuola, oltre mille tra studenti, insegnanti e personale: alle 10 si sono ritrovati a piazza del Plebiscito, tra musica, canti, danze, attività ludiche e momenti di riflessione.

“Gli alunni del nostro istituto hanno aspettato questa giornata con grande emozione – afferma la dirigente scolastica Valeria Monacelli -. Dopo due anni di restrizioni il messaggio che la scuola vuole dare alle istituzioni è ‘Noi ci siamo, ci siamo sempre stati, e oggi abbiamo abbracciato la città’”.

“Costruire comunità: We Care” vuol dire costruire una rete tra scuole, enti pubblici e privati, associazioni del terzo settore, in modo da coinvolgere bambini e ragazzi, protagonisti del processo di educazione e crescita, ma anche la comunità”. E proprio rivolta ai suoi studenti la dirigente scolastica Monacelli  ha sottolineato: “Oggi abbiamo fatto vedere alla città che siamo una comunità. Oggi state donando alla città di Viterbo i vostri sorrisi”.

Tra le autorità presenti, il comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo, colonnello Andrea Antonazzo; il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Andrea Pecorari; il Questore di Viterbo, Giancarlo Santelia; il Prefetto di Viterbo, Antonio Cananà; il commissario straordinario al Comune di Viterbo, Antonella Scolamiero; il comandante del Reggimento elicotteri operazioni speciali (Reos), Loreto Bolla; Roberto Bracaccini, segretario personale del vescovo di Viterbo Lino Fumagalli; l’ingegner Rosario Caccavo, in rappresentanza del comando provinciale del vigili del fuoco.

“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto: Viterbo si è riempita di giovani che hanno riversato tutto il loro entusiasmo nelle strade – dichiara il presidente di Juppiter, Salvatore Regoli -. Tutti abbiamo risentito delle restrizioni doverose dell’emergenza sanitaria, ma per i ragazzi il peso è stato maggiore: si sono sentiti ‘derubati’ di un pezzo di gioventù. Questa festa vuole essere un modo per restituire loro le ali che questo brutto periodo della storia recente ha provato a tarpare, senza riuscirci. Parafrasando una famosa canzone, ‘certe luci non puoi spegnerle’: i nostri giovani non si fanno spegnere. E felici, a giocare nelle nostre piazze, brillano ancora di più”.

 

 

 

 

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