Con Annalisa Canfora verso l’autunno caldo del Teatro Caffeina

Paola Maruzzi

Doveva essere una toccata e fuga e invece è stato un nuovo inizio, o meglio “una storia ancora tutta da scrivere”: l’attrice Annalisa Canfora è arrivata a Viterbo nel 2013, ospite della settima edizione di Caffeina insieme alla scrittrice Chiara Gamberale. Cinque anni dopo la ritroviamo in veste di direttrice artistica a fare un bilancio positivo della prima stagione del Teatro Caffeina, conclusasi lo scorso maggio con il sold out di Ascanio Celestini.

 

L’incontro con Filippo Rossi e Andrea Baffo è stato determinante per questo cambio d’abito professionale che le ha regalato una full immersion nella vita culturale viterbese, con qualche sorpresa fuori copione: “La Tuscia non è una terra chiusa. Il pubblico è pronto, ha voglia di sentirsi protagonista. Abbiamo chiuso la prima stagione con 100 abbonati e una grandissima risposta da parte degli utenti, portando al successo una programmazione di alto livello. Ora siamo pronti per alzare il tiro”.

 

Pienamente coinvolta nella macchina organizzativa di uno dei format culturali di punta del viterbese (la collaborazione con Caffeina comincia nel 2016 con la direzione artistica di Jubilate), la Canfora guarda al potenziale del territorio attraverso una prospettiva extra provinciale: “Ho la fortuna di venire da fuori, quindi sono estranea a certe logiche politiche e parentali e questo mi permette di rapportarmi alla città senza pregiudizi. Seppure Viterbo sconti una certa trascuratezza culturale figlia del passato, oggi è in controtendenza rispetto al dato nazionale: altrove i teatri chiudono, qui invece stiamo provando a formare una nuovo pubblico, partendo da giovanissimi. Credo che la sfida più alta del teatro non sia quella di proporre solo cartelloni di rilievo. Dobbiamo sganciarci dall’idea che un teatro sia un contenitore di ospitate ma bisogna renderlo vivo, trasformarlo in laboratorio aperto e crocevia di formazione”.

 

Per anni allo Stabile di Catania e tuttora insegnante al Brancaccio di Roma, Annalisa ha aperto un canale diretto tra il suo bagaglio professionale e il Teatro Caffeina, in primis richiamando nomi di spicco nel settore come Chiara De Bonis, che quest’anno ha tenuto un corso di teatro per bambini e che verrà replicato da settembre.

 

Barlettana d’origine, Annalisa inizia la carriera da attrice a 16 anni grazie all’incontro con Giorgio Albertazzi. Roma è centrale nella sua formazione: qui si laurea in Lettere e si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Inizia a girare l’Italia interpretando personaggi in spettacoli classici. Lavora, tra gli altri, al fianco di Moni Ovadia, Mariano Rigillo e Pamela Villoresi nell’ambito di Teatri di Pietra.

 

Mettere in piedi la prima stagione del Teatro Caffeina, partita in ritardo e con un aggravio economico da parte della Fondazione, è stato un’impresa faticosa ma ha permesso di cementare la squadra di lavoro e creare le premesse per il futuro. “Caffeina non è più circoscrivibile al festival letterario estivo, è un format permanente che farà del teatro, e in più in generale degli spettacoli dal vivo, dei nuovi volani”.

 

La programmazione della prossima stagione è in cantiere, per scoprire i nomi bisognerà aspettare settembre. “Lanceremo una campagna di comunicazione sconfinando dalla Tuscia, senza andare a competere con le proposte romane perché sarebbe insensato. Il problema della provincia è la disgregazione e a questo vogliamo sopperire”.

Dal prossimo autunno ampio spazio sarà dedicato alle giovani generazioni grazie al progetto, in via di definizione, chiamato “Le shakespeariane della Tuscia”: il Teatro Caffeina porterà in tutte le scuole della provincia dei laboratori incentrati su cinque testi del grande drammaturgo inglese. Al termine del percorso, il prossimo giugno, i ragazzi andranno in scena all’interno di un festival ad hoc con tanto di giuria di esperti e premiazione del lavoro migliore.

 

Per la Canfora un altro terreno da esplorare sarà il teatro di residenze: “Ci stiamo muovendo per fare di Viterbo un centro di produzione. Vogliamo portare le compagnie all’interno del Teatro Caffeina dando loro la possibilità di provare gli spettacoli”.

 

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