Cinzia Chiulli l’arte nobile della ceramica riparte dagli “Arcani di Favl”

di Donatella Agostini

Incantevole è qualcosa che rapisce per la sua bellezza, che affascina con il mistero e la magia. Cinzia Chiulli è incantevole quando racconta di sé, del suo amore per Viterbo, la sua città natia, e di come ama dedicarsi all’arte nobile della ceramica: e non a caso, nella nostra conversazione il termine ricorrerà spesso. Incantevole è stato il modo in cui Cinzia ha legato la storia e i personaggi viterbesi alla suggestione delle carte dei Tarocchi, creando ventidue tavole in ceramica su peperino, attualmente esposte presso il Museo Colle del Duomo a piazza San Lorenzo. Immagini realizzate soltanto con sfumature essenziali a simboleggiare i quattro elementi: il blu per l’aria e l’acqua, il rosso per il fuoco, il marrone per la terra; colori minerali che Cinzia ha miscelato con l’acqua sulfurea del Bullicame, per poi stenderli su tavole di peperino della Tuscia, che nel calore del forno è passato dal severo grigio a un rosso caldo. Materiali naturali ed antichi, che hanno raccolto nei secoli le migliori energie del territorio, e che le ripropongono intatte attraverso i disegni aggraziati e nei colori, come un muto racconto rivolto a chi sa ascoltare. Gli “Arcani di Favl” hanno avuto grande successo, e sulla loro base sono state realizzati veri e originali mazzi di carte. Siamo andati a trovare Cinzia Chiulli presso la sede della sua attività, in via San Pellegrino – l’antica via Longula che attraversava come una lunga vena pulsante l’antico quartiere medievale – per farci narrare com’è nato il suo progetto. All’interno del locale, pregevoli “zaffere” biancoblu e riproduzioni dei suoi particolarissimi Tarocchi, un ambiente accogliente che è bottega artigiana e salotto confortevole insieme. Dopo gli studi al liceo artistico e una laurea in architettura, Cinzia si è accorta di sentire la mancanza della manualità, dell’odore del legno e dell’olio minerale. Così ha abbandonato la professione per studiare le tecniche di restauro e decorazione, e insieme ad amiche e colleghe ha costituito a Viterbo una squadra di artiste con cui ha fatto un percorso comune di vent’anni. «Abbiamo costruito tanto per la città; ognuna a suo modo ha portato tanto, anche a sé stessa». Da due mesi Cinzia ha iniziato l’attività per conto proprio, nel cuore della città dove ha scelto anche di vivere, «perché per me era impossibile fare questo lavoro altrove», aggiunge. Altrove che non fosse il quartiere di San Pellegrino, «dove la sera esco e trovo la vita, e l’incanto di una luna che si riflette sul vetro della casa-ponte, e si sdoppia in due». Cinzia è appassionata da sempre della storia viterbese, dei simboli esoterici contenuti nelle mura e nelle chiese. «Viterbo per me è molto evocativa. Esoterica, nel senso più elevato del termine. Quando si sente questa parola ci si mette sulla difensiva e la si associa alla ciarlataneria. Nulla di più sbagliato». Le cronache trecentesche documentano come Viterbo sia stata la prima città occidentale a far entrare i Tarocchi, arrivati al seguito dei Templari. L’origine delle ventidue carte è misteriosa e contribuisce al loro fascino: forse discendono dai libri del dio egizio Toth, forse si legano ai dettami dell’antica Cabala. «Sicuramente erano portatrici di sapienza destinata a pochi eletti, e per proteggere i loro segreti furono intelligentemente messe sotto gli occhi di tutti sotto forma di semplici carte da gioco. In ognuna di esse c’è un’immagine, con la quale si stabilisce una sorta di urto emotivo. Attraverso i miei studi e rispettando il simbolismo storico, ho abbinato personaggi e situazioni con l’iconografia di ogni singola carta». Cinzia ci mostra il mazzo di Tarocchi realizzati sul modello delle sue tavole ceramiche. «Ad esempio, alla carta n. 1, il Bagatto o Mago, ho abbinato Pietro Hispano, il papa alchimista Giovanni XXI, odiato dal clero perché considerato un mezzo stregone, morto a Viterbo a seguito di un’esplosione. Tra l’altro, l’unico papa che Dante ha messo nel Paradiso. E per me la Papessa è Donna Olimpia Pamphili, questa straordinaria figura di donna imprenditrice che realizzò il Principato di San Martino al Cimino». Sfogliando le varie carte, ci sorprendiamo a trovare perfetti abbinamenti: il Diavolo e il Bullicame, l’Imperatore e Federico II, la Bella Galiana e l’Amore. «La Luna è rappresentata dalle streghe di Montecchio, quell’area sopra a Bagnaia dove c’è quel trono in pietra destinato ad una regina. È la carta dedicata alle donne, al loro rapporto strettissimo con la luna, alla loro magia di saper creare la vita. In ogni carta c’è veramente un simbolismo incredibile. E una cosa incantevole che sto scoprendo è che i bambini arrivano immediatamente al senso di ogni carta. Loro che sono ancora puri, assoluti, sono affascinati da carte che noi adulti non sceglieremmo mai, come la Morte, raffigurata come uno scheletro che falcia il selciato di piazza della Morte. Nei Tarocchi è una carta che esprime un’occasione di cambiamento, di trasformare le cose, di preparare il futuro. In ognuno dei Tarocchi c’è un tassello e le carte diventano specchio nel quale ci si riconosce. I Tarocchi ci invitano a ristabilire il contatto con la parte più profonda di noi stessi, a saper cogliere in ogni occasione, anche negativa, un elemento di opportunità che sicuramente porterà al meglio. Siamo come il Bagatto, siamo maghi che devono soltanto credere in sé stessi».

Cinzia Chiulli si sta preparando in questi giorni per la manifestazione “La via degli Artisti”, che animerà via Saffi i prossimi 1 e 2 giugno. «Sto realizzando quattro enormi Tarocchi di due metri di altezza, con basi in ferro antico.  Vorrei creare per la mia città un labirinto, che al pari dei Tarocchi è una metafora della vita. Nel progettarlo bisogna essere scientifici, logici, ma quando si è dentro ci si deve muovere sul sensoriale. Come nel leggere le carte, che hanno agli estremi la razionalità e la follia. Dovrebbero essere gli elementi guida della nostra vita. Mi fa piacere partecipare a questo evento perché amo la mia città, perché via Saffi è un’altra strada viterbese incantevole. Dobbiamo creare una sorta di catena d’amore e fare in modo che un evento si unisca in positivo al resto delle strade. Mi piace vedere come i ragazzi vengano alle manifestazioni e rimangano affascinati dalle storie legate all’arte e alla ceramica. Da come un tempo la ceramica era un modo per arrivare al cuore della donna amata…non è affatto vero che non siano interessati a queste storie: soltanto, non c’è più nessuno che gliele racconta». I Tarocchi di Favl raccontano di storie, di uomini e donne i cui fantasmi si aggirano ancora tra le mura in peperino di Viterbo, fornendo una nuova chiave di lettura e accrescendone il fascino incantatore. «Pensare che ci sono persone sensibili che vengono qui e mi dicono, io non riesco ad andare via da questa città. Secondo me, i viterbesi non la conoscono abbastanza, tanto da non esserne nemmeno orgogliosi. Ecco, io la città vorrei che la scoprissero prima i viterbesi».

www.facebook.com/CinziaChiulliPercorsiArtistici

 

 

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