Centro storico di Viterbo, sfaccettature di luce ed ombre

Francesco Cetra a Viterbo ha deciso di restarci provenendo dal sud , nel capoluogo della Tuscia ha frequentato l’università, ed è oggi tra i promotori di Tetraedro Compagnia Teatrale. Dalla sua pagina facebook propone una riflessione sul quartiere San Pellegrino evidenziandone le problematiche del presente e le prospettive sollecitando gli amministratori ad una analisi approfondita che suggerisca interventi concreti mossi a produrre una qualità ed efficienza di vita del quartiere.

Considerazioni sulla chiusura anticipata dei locali notturni nel centro storico di Viterbo Non si risolvono i problemi chiudendo i locali del centro! perché é questo quello che si rischia di provocare con un emendamento come quello di cui si sta discutendo in consiglio. Non sono solito scrivere di argomenti che “esulano dal mio campo”, ma come studente universitario prima e come operatore culturale dopo, ho visto crescere e cambiare il volto della città grazie anche ad alcuni di questi esercizi in questione: abbiamo visto piazze storiche prese d’assalto dalla sosta selvaggia riempirsi progressivamente di persone. I famosi festival sono arrivati dopo, molto dopo e con essi anche le tantissime attività che aprono o che hanno aperto per l’occasione, manna santa, per l’economia certo, ma per questo viavài non si possono penalizzare i locali storici e chi ci lavora tutto l’anno! Avete mai fatto un giro nel quartiere medioevale nei giorni infrasettimanali fuori dalle festività? bene, troverete il deserto o quasi. Proprio ieri sera, una mia nuova allieva mi diceva che aveva paura di attraversare il tratto che porta dal parcheggio a San Pellegrino perché desolato (certo le luci ed il tempo non aiutano): alle sette di sera! Fate un giro nei giorni di chiusura degli stessi, provare per credere. Non voglio entrare troppo nel merito delle ragioni per cui sarebbe un grave danno costringere alla chiusura anticipata, lascio a chi di dovere e ai diretti interessati il giusto diritto ad alzare tutte le obiezioni possibili. Vorrei invece riflettere con voi sul fatto che si possono trovare delle soluzioni alternative; ci sono persone che hanno investito la loro vita e quella delle loro famiglie, persone dispostissime, presumo, a cambiare anche ritmi ed orari se fosse solo minimamente auspicabile aprire anche la mattina o a pranzo, persone che oltre ai biccchieri di plastica alla chiusura, raccolgono la merda di piccioni l’indomani all’apertura. Quanti caffè pensate che possano servire in un giorno infrasettimanale? Quanti uffici ci sono in zona, quanti negozi e quanti turisti? Perché non si comincia a pensare al contrario (mi rivolgo a chi é stato affidato il potere di farlo e ad alzare la voce a tutti quelli che frequentano il centro) anziché prendersela con chi ha cercato di fare qualcosa di buono in questa città cambiandone il volto (ricordiamoci che oggi se si vuole assistere ad un concerto non hai molte alternative)?. Come riqualificare un’area potenzialmente ricchissima anziché farla morire? Quante botteghe, quante attività artigianali, ci sono? Cosa si può fare e quali aiuti si possono dare per incrementarle anziché farle scappare ? Come si può valorizzare un quartiere architettonicamente importante ? Illuminando – aprendo – i palazzi storici e le torri? Con degli spazi verdi ? Aiuole, vasi, fiori? Con delle Installazioni d’arte? Un percorso… Con una segnaletica adatta? Con una buona promozione turistica? Forse se si realizzasse anche in parte tutto questo, avremmo piu gente in strada anche di giorno e probabilmente un caffè ed un piatto in pasta in più si venderebbero, allora tutti: amministratori, residenti, commercianti e clienti andrebbero a dormire prima e più felici. Parlate di questo in consiglio Ad oggi ahimè l’unico lieto fine che conosco è il fine settimana”.

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