Cambiamo Bomarzo Mugnano chiede l’annullamento della concessione degli impianti sportivi all’A.S. Ardita Rieti

Il gruppo di minoranza Cambiamo Bomarzo Mugnano ha chiesto a mezzo PEC l’annullamento immediato della Determinazione 15/09/2022, con la quale il Comune
di Bomarzo concede l’utilizzo degli impianti sportivi in Via Vigna della Corte all’Associazione
Sportiva Ardita Rieti, per un periodo che va dal 16/09/22 al 15/12/22. L’opposizione alla
concessione trova riscontro in un Atto del Presidente ANAC dell’8 marzo 2022, che cita
testualmente che nelle procedure di affidamento a privati di un bene comune “è
necessario dichiarare se l’affidamento abbia o meno rilevanza economica, ossia se la sua
gestione sia remunerativa e quindi in grado di produrre reddito”. Nel caso specifico,
l’Ardita Rieti è a tutti gli effetti un’attività commerciale, poiché prevede la retribuzione in
denaro dei propri soci operatori, grazie al pagamento delle quote mensili di coloro che si
iscrivono ai corsi.
Dunque, preso atto che la Determinazione non dà alcuna indicazione in merito e considerato che la mancanza di servizi igienici – dei quali non è stata concessa la disponibilità -, sia ostativa all’uso dello stabile, il gruppo Cambiamo ha ritenuto opportuno
procedere con gli strumenti a propria disposizione.
Certamente, il contenuto della PEC riflette una questione più ampia: l’assegnazione della
concessione non è stata preceduta da un invito pubblico alla manifestazione di interesse –
prassi necessaria nel caso in cui si abbia a che fare con società a scopo di lucro -,
precludendo di fatto ad altri la possibilità di partecipare alla gara di concessione. Tenendo
conto che l’affitto pattuito con il Comune è di 10 euro mensili più cauzione, è lecito
chiedersi se questa sia una politica vantaggiosa per l’amministrazione, che potrebbe
beneficiare di un’entrata più consistente. Il discorso è del tutto diverso nel momento in cui
si affidi il bene comunale a un ente non a scopo di lucro, i cui volontari non percepiscono
nulla e che, qualora si organizzassero attività a pagamento, elargirebbe un compenso ai
soli istruttori, mentre tutte le entrate servirebbero come fondo cassa dell’associazione non
profit per utenze e nuovi investimenti. In questo caso, la vocazione progettuale di lungo
respiro a beneficio della comunità sarebbe insita nella natura stessa dell’associazione e
armonizzerebbe con le attività di promozione civica dell’ amministrazione.
Se consideriamo anche che Palazzo Orsini risulta chiuso alle visite, con frotte di turisti
delusi davanti al portale sbarrato, viene il sospetto che l’amministrazione stia gestendo i
beni comunali in modo arbitrario. Le entrate vive dovrebbero rientrare nel circolo virtuoso
di beni e servizi offerti ai cittadini, mentre a Bomarzo si assiste solo a cortocircuiti.

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