Bruno Mencarelli: il Teatro amatoriale porta in scena la vita

“Nell’Italia dell’Ottocento, le prime teatrali più prestigiose venivano testate al Teatro dell’Unione di Viterbo. Il pubblico viterbese del loggione infatti, il popolino della “piccionaia”, era esigente e di gusti difficili, e all’occorrenza dimostrava il suo disappunto in modo pittoresco. E se lo spettacolo a Viterbo non era stato gradito, voleva dire che non avrebbe funzionato nemmeno altrove, e bisognava riscriverlo”. A Viterbo il nome di Bruno Mencarelli vuol dire teatro: in lui la pacatezza naturale si fonde con guizzi di passione autentica, e il suo sguardo divertito e sornione si accende quando narra aneddoti e curiosità su questa arte millenaria. Viterbese doc, da trentacinque anni vive immerso nella dimensione teatrale in qualità di attore, regista e autore di commedie. “Mi sono avvicinato al teatro ai tempi delle scuole superiori, grazie ad una mia insegnante che mi trasmise la curiosità nei confronti di questo mondo” racconta. “Qualche anno più tardi, insieme ad alcuni amici, decidemmo di mettere insieme una compagnia”. Nasceva così nel 1985 la Compagnia Teatrale Favl, diventata con il tempo un’importante realtà del teatro amatoriale viterbese. Una compagnia che fin dagli inizi ha avuto una particolare attenzione al mondo giovanile. Un rammarico di Bruno Mencarelli è infatti quello di non vedere abbastanza giovani calcare i palcoscenici. “Mentre oggi le ragazze sono più disponibili a mettersi in gioco, sono soprattutto i ragazzi viterbesi a non riuscire ad immaginarsi su un palcoscenico. A non comprendere che effetto terapeutico potrebbe avere l’adrenalina della recitazione su insicurezze e timidezze immotivate. Penso all’effetto positivo che avrebbe lo sfidare se stessi. Il sottoporsi alle prove, e accettare con umiltà i suggerimenti del regista. E all’effetto di apparire in palcoscenico, sotto le luci, davanti a centinaia di occhi che ti guardano: si impara l’autocontrollo. Si acquista l’autostima”. Recitare infatti è confrontarsi con un testo, ed entrare nei panni di un personaggio prendendo la sua vita in prestito. Uscire temporaneamente da se stessi attraverso il potere della fantasia, dell’immaginazione, dell’empatia. “Potrei raccontare di tante esperienze in cui il teatro è stato determinante per far riacquistare la consapevolezza di sé. Basterebbe assistere alle prove per capire”. E anche di molti ragazzi è composta la Compagnia Teatrale Favl, che spesso mette a disposizione le proprie rappresentazioni a favore di associazioni benefiche, nella provincia viterbese e su tutto il territorio nazionale. La compagnia aderisce anche alla FITA – Federazione Italiana Teatro Amatori – del cui comitato provinciale Bruno Mencarelli è presidente. Da tre anni la FITA organizza un corso di teatro, tenuto da prestigiosi registi, rivolto a coloro che vogliono accostarsi a questa nobile arte. Oltre alla recitazione, vengono insegnate dizione, conoscenza dello spazio scenico, e varie tecniche teatrali. Inoltre, anche quest’anno il comitato viterbese FITA si è speso con energia e passione per organizzare la ventunesima edizione del Festival Internazionale del Teatro Amatoriale – premio Città di Viterbo, terminato domenica 27 novembre con la vittoria della compagnia “Piccolo Teatro di Terracina”, che ha portato sulla scena una pièce di Gianni Clementi, “Nemici come prima”. Un’edizione che ha visto rappresentazioni di grande qualità, di compagnie provenienti da molte parti di Italia e anche dall’Ungheria, tutte finaliste del Gran Premio del Teatro Amatoriale. “Dietro l’organizzazione di ogni edizione del premio c’è un anno di lavoro: cerchiamo ogni volta di selezionare il meglio per il pubblico viterbese, senza trascurare aspetti in apparenza secondari, come scenografie, costumi, dizione. Diamo la preferenza ad autori contemporanei, che sappiano divertire e coinvolgere gli spettatori con temi a loro vicini, come Gianni Clementi, l’autore contemporaneo attualmente più rappresentato. Senza dimenticare gli immortali classici”. Perché amatorialità non equivale a pressapochismo. “Al contrario: spesso chi fa teatro a livello professionale scivola nella routine lavorativa. L’amatore, come dice il nome, ama quello che fa. Accostarsi al teatro in modo amatoriale equivale a metterci passione e tanta cura, e realizzare ogni volta prodotti di alto livello”. Nonostante la crisi che continua a condizionare le scelte degli italiani in materia di intrattenimento, Bruno Mencarelli e il comitato Fita sono soddisfatti dell’edizione appena conclusasi. “Il pubblico si è divertito. Le compagnie hanno portato sulla scena spaccati di vita contemporanea, che hanno fatto sorridere e riflettere. E per il futuro, pensiamo di rendere itineranti gli spettacoli che parteciperanno alle prossime edizioni del premio: vogliamo coinvolgere i tanti teatri della nostra provincia, che altrimenti resterebbero chiusi. Quest’anno abbiamo coinvolto con successo il teatro Rivellino di Tuscania”. Una scelta resa obbligata dal fatto che nel capoluogo della Tuscia i due principali teatri rimangono purtroppo in via di ristrutturazione; una penalizzazione che la Fita vuole trasformare nell’ opportunità di rivalutare gli edifici teatrali già esistenti nel territorio. E di riavvicinare maggiormente il pubblico e i giovani della Tuscia al teatro: un’esperienza che richiede allo spettatore coinvolgimento e partecipazione attiva, al contrario di altre tipologie di spettacoli, che presuppongono un pubblico passivo e acquiescente. “Vorrei che anche nella nostra provincia si tornasse ad amare il teatro per le sensazioni e i messaggi che esso può trasmettere” conclude Bruno Mencarelli. E perché no, che il pubblico viterbese torni ad avere la competenza teatrale che aveva due secoli fa, quando era stimato e temuto dalle compagnie di tutta Italia.
www.fitaviterbo.it
www.facebook.com/CompagniaTeatraleFavlViterbo
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In foto: gli attori della compagnia Piccolo Teatro Di Terracina vincitori della ventunesima edizione del Festival Internazionale del Teatro Amatoriale – premio Città di Viterbo con il loro “Nemici come prima”

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