Beatrice Scorsino: Io e i vigneti, amore a prima vista

Beatrice Scorsino, giovane enologa-viticoltrice, appena ventiquattrenne, innamorata del suo lavoro, è dedita alla cura con passione dei vigneti affinché diano i frutti migliori. Laureata in enologia e viticoltura, cura la parte agronomica dell’azienda Sergio Mottura di cui è il responsabile tecnico dei vigneti.

Racconta il suo inizio con una naturalezza che esprime l’anima semplice e concreta tipica di chi cresce in un borgo di provincia. ”Mi sono diplomata come Perito agrario a Bagnoregio all’Istituto Agosti nel 2011, non avevo le idee ben chiare su cosa fare, durante la vendemmia, decisi di andare a lavorare per un periodo in agricoltura. Abitando a Civitella d’Agliano, il mio paese, a pochi metri dalla cantina Sergio Mottura andai a chiedere al signor Sergio Mottura di poter fare la vendemmia con lui. Credo sia stato “amore” a prima vista, mi si è aperto un universo. Mi ha sempre affascinato l’amore che nutre per i suoi vigneti e come li racconta. Ha avuto fiducia in me e non è una cosa da poco. Il contatto con la natura è insito in me, provengo da una famiglia semplice di contadini, mi è sempre piaciuto lavorare in campagna. Mi iscrivo alla facoltà di enologia e viticoltura all’Università di Viterbo e proseguo l’attività nell’Azienda Mottura, dove mi rendo conto che mancava proprio chi si occupasse con un altro approccio dei vigneti. Un bel giorno Sergio Mottura mi dice che lui non avrebbe più seguito i suoi vigneti e io ne avrei avuto tutta la responsabilità. E’ così che prendo in mano 37 ettari di vigneto e in carico 9 operai”.

Inizia questa avventura, in cui il vigneto deve produrre il miglior succo.
Lavoro insieme agli altri, per rendermi conto della qualità e della salute del vigneto, difficoltà e problemi li affronto con loro per migliorare concordemente. Come in tutte le cose, serve lavoro di squadra. Finita l’università decido di specializzarmi e fare dei corsi più mirati, diventando consulente d’azienda per l’agricoltura e sommelier. A breve inizierò un corso per perfezionare il mio inglese.

Il mondo del vino e dell’agricoltura sono strettamente collegati?
Il vino è agricoltura. Il vino non nasce in cantina ma in vigna, il vigneto quindi fa parte del mondo agricolo. Se non si svolge un ottimo lavoro in vigneto non ci sarà mai un ottimo vino, perché è la materia prima che conta, ovvero l’uva. Il concetto è che se non c’è qualità nella materia prima che si porta in cantina, a sua volta non ci sarà qualità per il vino che ne uscirà. Tutto quello che mangiamo e beviamo è strettamente collegato all’agricoltura.

Il background storico rimane un vincolo sulle nuove sperimentazioni?
Non credo sia un vincolo, anzi credo sia sempre di grande aiuto poter cercare dei dati o fatti storici. Faccio un esempio, combatto tutti i giorni di primavera con questa maledetta peronospora, devo sempre calcolare tutto, le operazioni da fare, i trattamenti, i prodotti (poi essendo BIO è ancora più complesso) e con me ho un libro scritto da un contadino che mi ha insegnato un sacco di trucchi utili. Quindi no, non credo sia un vincolo ma credo che sia importante guardare il passato e andare avanti con nuove sperimentazioni.

Cosa fa la differenza nella Cantina Mottura?
La differenza è nell’attenzione ai minimi dettagli, l’amore di ognuno di noi per quello che facciamo, l’incredibile capacità che ci mettiamo. La soddisfazione che ti regala a fine vendemmia bere quel bicchiere di mosto e sentire che quel vino già ha delle capacità, che verrà premiato. La differenza la fa la qualità delle nostre uve, tutte in biologico un’accurata selezione nella raccolta esclusivamente a mano, l’inerbimento naturale del terreno, il mancato uso di pesticidi, diserbanti etc. la capacità e la voglia di far qualità e saper buttare un grappolo se rovinato e non pensare solo a fare quantità. È una catena solida che fa sentire l’Azienda anche “nostra”, dove ognuno sa quello che fa durante il suo lavoro, dove ognuno ama quello che fa e non sta li solo per eseguire.

Come si fa a dare voce al grande potenziale di ciascun territorio e portare il prodotto alla sua specificità?
La particolarità di un prodotto credo sia data dalla sua unicità nel mercato. Questa azienda è diversa dalle altre, sempre stata BIO, ha puntato subito sulle varietà autoctone della zona come il Grechetto, cosa che prima veniva sempre derisa e si puntava sempre alla coltivazione delle varietà internazionali perché più semplici e con resa maggiore. Sergio Mottura investe molto sulle risorse e sui talenti. Ogni persona che lavora in azienda è specializzata, ha fatto corsi di aggiornamento. E’ l’insieme di tante cose che rendono unica l’azienda, in cui all’apice rimane la passione per la propria terra che fa crescere il prodotto nell’eccellenza.

Certi vini sono merce di pochi intenditori . Si può pensare a produrre qualità anche nei vini più beverini, quelli che arrivano a tavola tutti i giorni?
Si certo, non vuol dire che i vini più facili da bere non sono di qualità. Anche la nostra gamma di prodotti comprende vini di tutti i giorni, ma a livello qualitativo siamo superiori a tanti altri vini da supermercato. È possibile fare qualità in ogni tipo di vino, sta poi al consumatore anche capire che spendendo di meno trova anche meno qualità.

La Valle del Tevere è un terreno ideale? Per quali vigneti?
La Valle del Tevere fornisce un terreno ideale per le sue varietà autoctone ovvero per quelle che ci sono sempre state. Grazie a questa composizione i nostri terreni sono ricchi di sostanze nutritive e per questo non dobbiamo usare concimi o cose varie par aiutare la pianta, ma si aiuta naturalmente da sola grazie al terreno. Anche lo sbalzo termico tra giorno e notte, importante durante il periodo della maturazione, è molto accentuato e questo aiuta ad aumentare la qualità organolettica delle uve. I vigneti autoctoni (ovvero nati nella zona) si adattano sempre meglio di altri al clima, e al territorio in questo caso speciale, delimitato a ovest dalle colline e dai calanchi argillosi di Civitella d’Agliano e a est dalla pianura umbra bagnata dal Tevere.

Avendo iniziato da un’azienda all’apice delle migliori produzioni italiane. Come immagina il suo futuro?
Ho ancora molto da imparare, mi piacerebbe un giorno avere un’azienda mia, dirigere tutta un’azienda. Un bel sogno… per ora…cerco di crescere professionalmente, investendo in una professione che mi appassiona, ritenendomi fortunata ..sono partita dall’alto perché l’eccellenza ce l’avevo a fianco a casa in un magnifico borgo della Tuscia, che si chiama Civitella d’Agliano .

Andate a conoscere Beatrice Scorsino al ‪#‎MotturaOpenDay il 28-29 Maggio Civitella D’Agliano.
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