Aves. Festeggiati i 65 anni di storia dell’Aviazione dell’Esercito

Sessantacinque anni ma non li dimostra. , sottolinea il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Danilo Errico, alla cerimonia che ricorda la nascita dell’Aviazione dell’Esercito. Circa cinquecento i caschi azzurri, assiepati nel maxi hangar dell’aeroporto viterbese “Fabbri”: veterani della prima ora e giovanissimi che hanno scelto di dedicare la loro professione e la loro stessa esistenza alla difesa della patria e della pace in tutti i più lontani e impegnativi fronti del mondo. Dall’Iran all’Afghanistan.
Mentre i più alti ufficiali parlano dalla tribuna sullo schermo scorrono le immagine dei caschi blu che operano nei vari teatri di guerra e scene più autenticamente familiari e toccanti con un pilota che, tornando a casa, risponde alla consorte: . A dimostrazione che la professione in questo caso è anche una scelta di vita e un dovere quasi sacrale. L’anniversario è l’occasione per ricordare coloro che non ci sono più (144 i caduti durante i 65 anni di vita dell’Aviazione dell’Esercito), ma pure per decorare coloro che si sono distinti in azioni belliche: una medaglia d’argento al valore per il 1° caporal maggiore, Simone Sernacchioli (Shindand- Afghanistan), medaglia d’argento al valore per il capitano, Paolo Giangregorio (Shindand- Afghanistan) e una croce di bronzo per il colonnello, Giuseppe Potenza (Herat-Afghanistan). Platea affollatissima: nelle prime file il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, il generale Franco Angioni, comandante della missione in Libano, molti familiari delle vittime, rappresentanti di tutte le armi. Fuori dell’hangar, sui prati illuminati da un sole splendente, i mezzi di ieri ma anche e soprattutto quelli di oggi che rappresentano il fiore all’occhiello del corpo. generale Errico – nell’ambito di una più ampia riorganizzazione delle nostre forze armate>. Una cerimonia di un’ora, sobria eppure toccante. “Per me è stata un’emozione – ricorda il capo di Stato Maggiore dell’Esercito – tornare qui e risentire il profumo del carburante dei velivoli pronti a decollare. Un vero ritorno a casa”. “Per noi – sottolinea il comandante dell’Aviazione dell’Esercito, Antonio Bettelli – l’avvenimento di oggi ha anche un preciso significato, deve essere un monito perenne al nostro senso del dovere”.

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