Alessandra Di Marco, serve fare Rete per rendere Viterbo Capitale medievale

di Nicoletta Di Luigi

Alessandra Di Marco, 36 anni, viterbese, figlia d’arte nel commercio degli articoli sportivi, di cui gestisce un punto vendita in via San Bonaventura e da circa due anni è proprietaria del bar Vittoria in piazza della Vittoria, locale storico che ha ristrutturato e reso innovativo con appuntamenti musicali e anche una ristorazione veloce. Un background che la porta alla creazione della Rete d’Impresa Viterbo Capitale medioevale, di cui è presidente. Questo progetto unisce varie aziende del centro storico della città dei Papi che collaborano e lavorano insieme per valorizzare il territorio e promuovere il commercio viterbese, negli ultimi anni sempre più sofferente e specchio di un centro storico in difficoltà. L’abbiamo incontrata per capire quanto la Rete di cui è presidente sia un motore  di rigenerazione cittadina.

 

Come nasce Viterbo Capitale medioevale?

L’idea nasce quando collaboro con l’associazione Facciamo Centro, dove incontro una bella squadra con cui condividere lo stesso progetto di lavorare come un grande centro commerciale naturale; da lì la volontà di informarsi per i fondi. Esce poi un bando regionale nel 2017 da cui nasce la rete d’impresa. In quel momento c’era sia Facciamo Centro che Centro di gravità, le due associazioni di commercianti che dividevano il centro storico della città. Inizialmente lavoriamo a questo bando in maniera separata, poi Sonia Perà, al tempo assessore allo sviluppo economico, ci fa incontrare e realizziamo un unico progetto di un vero e proprio centro storico, riguardante sia  la parte commerciale, sia quella culturale dalla parte del duomo. Il bando viene vinto dalle due associazioni e abbiamo iniziato a lavorare con questa rete d’impresa, il cui scopo è quello di valorizzare la città e promuovere le attività che ci sono all’interno delle mura. Abbiamo organizzato eventi e creato un sito internet dove i commercianti possono proporre e sponsorizzare promozioni; abbiamo scelto di raccontare l’attività commerciale e  itinerari diversi dai classici proposti nei vari siti. Inoltre sempre nell’ambito dello stesso progetto abbiamo realizzato l’arredo urbano di piazza San Carluccio,  in collaborazione con il comune. Ora siamo in un momento di standby perché non abbiamo più fondi e siamo in attesa di nuovi bandi.

Ne fanno parte circa 82 attività, molto diverse tra loro: si va dal negozio di alimentari al museo, al negozio di informatica. Ma è bello il confronto che nasce all’interno della rete, dove la diversità è unita dall’unico scopo di rivitalizzare il centro.

Secondo lei qual è oggi la piaga dilagante che piega il commercio soprattutto nei centri storici?

Oltre la gravissima crisi economica presente, il centro di Viterbo è un centro storico che non vive, perché al cittadino manca la motivazione per venire dentro le mura…penso alla mancanza di uffici comunali che rendono il servizio al cittadino: manca lo scopo e il motivo d’attrazione. Ed è per questo che qualsiasi evento sia stato fatto la gente ha risposto bene, perché c’è voglia di vedere valore all’interno della propria città. La presenza e la crescita dei centri commerciali che nascono fuori le mura contribuisce purtroppo alla  morte del centro storico. Ci sono troppi centri commerciali per una città di poco più di 60mila abitanti. E l’ultimo mostro è quello che sta nascendo a ridosso del cimitero. Anche il mercato del sabato andrebbe rivisto, dovrebbe essere diviso per merceologia e offrire più qualità. Il posto stesso che occupa, ovvero il parcheggio del Sacrario, è un incentivo per la clientela a cercare parcheggio fuori e ritrovarsi sulla via per i centri commerciali. E’ un centro anche difficile da accedere per essere vissuto. A monte dovrebbero essere rivisti molti aspetti.

Quali secondo lei?

Pulizia, più decoro, più riqualificazione. Gli stessi locali sfitti e facciate da rifare. Anche i percorsi stessi per i turisti sembrano ignorare tutta la parte di Viterbo che sale dal Sacrario a San Faustino, Piazza della Rocca, soffermandosi sugli itinerari classici di San pellegrino e il Duomo; la stessa  cartellonistica turistica dovrebbe  essere rivista e segnalare altri monumenti e luoghi d’interesse oltre i soliti.

Quali sono le mosse che l’amministrazione comunale ha adottato che giudica vincenti e quali invece perdenti? Quali sono quelle a cui voi date priorità?

 Questa amministrazione sta puntando molto su sicurezza e turismo e secondo me non è certamente sbagliato. Ci saranno difficoltà nei cambiamenti che avverranno, ma credo che questa è la strada giusta. Ritengo che ciò che non ha funzionato è la mancanza per esempio di un orario prestabilito e fisso sulla chiusura del centro e altre direttive, poiché non è facile riabituare il cliente dopo continui cambiamenti, dato che la nostra città vive molto grazie anche alla nostra provincia. Altra pecca della nostra amministrazione è nella comunicazione di quello che viene fatto, fondamentale per il cittadino per capire i nuovi provvedimenti. Ma prima sembra arrivino sempre le polemiche e poi la conoscenza di quello che si mette in atto.

Il sito di Viterbo Capitale Medievale. E’ un sito che sta funzionando? C’è partecipazione?

Noi pensavamo ci fosse molta più interazione anche da parte dei commercianti stessi. Nel sito possono essere inseriti coupon d’acquisto, promozioni, per attrarre maggiore clientela. Invece siamo ancora un po’ fermi riguardo l’aspetto tecnologico. Sicuramente per promuoverlo meglio avremmo dovuto spendere più tempo e più fondi, che abbiamo poi destinato all’arredo urbano. Speriamo in nuovi bandi dove poter partecipare sia per il sito sia per altri arredi urbani.

Gli altri arredi urbani Dove?

Al primo posto metto sicuramente Piazza Fontana Grande, anche Corso Italia, e poi la zona via Matteotti, piazza della Rocca

 

Il colosso Amazon è un competitor della grande e piccola distribuzione. Ci deve essere una risposta anche a questa modalità di vendita…

Soprattutto è il concorrente principale per la piccola distribuzione. E’ il mondo che sta cambiando, la vendita online è fondamentale per un’attività; è il risparmio e la comodità che cerca l’acquirente in questo stile di vita frenetico. Sì Amazon è un competitor molto forte e aggressivo. Tanti a Viterbo stanno attivando il canale dell’e-commerce. Io lavoro con i social  Instagram, è una vetrina nuova attraverso la quale pubblicizziamo il prodotto e facciamo direttamente noi le spedizioni.

 

Quali i suoi luoghi del cuore a Viterbo?

Sicuramente San Pellegrino, Piazza San Carluccio dove sono anche andata a scuola, Valle Faul, meravigliosa ma poco valorizzata, un luogo che doveva essere un bel parco all’interno della città. Altro luogo del cuore anche il Bullicame, dove arrivavamo in bicicletta e il ricordo dello “struscio” di Corso Italia con molta gente.

E questo Natale senza il Caffeina Christmas Village?

Credo che la nuova società che se ne occuperà lavorerà bene. Sicuramente nelle polemiche nate  il disagio maggiore lo vive la città stessa e i suoi cittadini, ma credo avrà comunque lo stesso un esito positivo anche senza il marchio Caffeina.

www.viterbomedievale.it

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