Al Teatro San Leonardo va in scena “Il Sospetto” di Dürrenmatt con la regia di Matteo Cecchini

Il sospetto

Sabato 1° aprile alle ore 21.00 torna “Persistenza” la stagione teatrale del Teatro San Leonardo con “Il Sospetto” di Friedrich Dürrenmatt, diretto dal regista Matteo Cecchini con Marco Paoli, Marta Marino, Massimiliano Boretti e lo stesso Matteo Cecchini. Una coproduzione di DIOSPERO & LIVE ART.

La pièce, tratta dall’omonimo romanzo dell’autore svizzero, racconta di una serie di colpi di scena che mettono a dura prova la verità e la giustizia.

Il vecchio commissario Bärlach è a fine corsa. A pochi giorni dalla pensione, giace in un letto d’ospedale. Il complesso intervento a cui è stato sottoposto è andato bene, sì, ma gli è stata diagnosticata una malattia senza scampo. Costretto a rimanere a letto cerca una distrazione nelle riviste che ha a disposizione, ma improvvisamente viene colpito da una fotografia sulla rivista Life del 1945. Una scena di inaudita efferatezza: nel campo di concentramento di Stutthof il dottor Nehle, medico del lager, con «l’imperturbabilità di un idolo» sta operando un prigioniero senza anestesia. In quella foto gli è parso di riconoscere il dottor Emmenberger, un luminare amato dai suoi pazienti che «credono in lui come in un dio», stimato proprietario della clinica dove il commissario è ricoverato. L’atroce sospetto, però, non tarda a rivelarsi infondato, anzi «una follia»: dalle informazioni che Bärlach riesce a ottenere risulta infatti che Nehle si è tolto la vita alla fine della guerra. Eppure qualcosa non torna: le figure di Nehle ed Emmenberger sembrano confondersi. Ci sono strane discrepanze e ancor più strane somiglianze che spingono il sospettoso commissario a intraprendere la sua ultima, solitaria battaglia contro il Male.

La regia di Cecchini conferisce allo spettacolo un taglio moderno e innovativo, mantenendo al contempo l’atmosfera claustrofobica e angosciante che caratterizza l’opera di Dürrenmatt.

Il regista scrive nelle sue note che lo spettacolo parla della sensazione più intima dell’essere umano: la paura che il nostro passaggio sulla terra sia totalmente casuale.

Non c’è niente che possa far male a una persona quanto un sospetto, ripete sempre Doris, la fidata infermiera del commissario, ed è vero. Quant’è vero, d’altronde, che un sospetto nasconde una scintilla, un guizzo.

La convinzione che non tutto è perduto, che si può ancora fare qualcosa, che si può ancora combattere senza arrendersi alla pensione o a quel cancro vorace e inarrestabile.

La maggior parte delle persone vive così, in parte dandosi da fare e in parte lasciandosi trascinare dalla corrente, spinti dalla certezza dell’esistenza di un significato.

Ma qualora fossimo messi di fronte all’evidenza di non essere speciali? Che la nostra esistenza altro non è che un attimo, un caso, una delle incommensurabili possibilità? Saremmo sicuri di poter ancora usare parole come tolleranza, umanità, giustizia, amore del prossimo?

Il sospetto è un duello, o meglio una caccia bidirezionale e filosofica, dove le parti in causa sono inconsapevolmente più simili di quanto immaginano.

 

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Il Teatro San Leonardo si trova in via Cavour, 9 a Viterbo.

 

Foto di Benedetta Guidi

 

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