Al Museo della Ceramica ricordato Pasolini grande protagonista del Novecento

A cento anni dalla nascita, Pier Paolo Pasolini ancora ci parla con la sua opera immane, multimediale, multidisciplinare. Un successo di pubblico ha segnato  l’evento del 18 marzo scorso al Museo della Ceramica a Palazzo Brugiotti di Viterbo, dedicato a colui che fu il più grande protagonista del Novecento. L’ autrice Rosella Lisoni insieme alla Professoressa  Fausto, in veste di moderatrice ha  disegnato il cineasta, autore di film leggendari, che hanno ottenuto premi e riscosso uno straordinario successo in tutto il mondo mettendo a fuoco  l’opera e il profilo dell’ intellettuale attraversato dalle contraddizioni, che fa fatto dei suoi drammi, dei suoi graffi, dei suoi demoni la sua grandezza. Un genio, un uomo di infinito talento, animato da una disperata vitalita’.

Durante l’ evento la scrittrice Rosella Lisoni ha ricordato il grande sperimentalismo, che lo ha reso pittore, giornalista raffinato, sceneggiatore, critico cinematografico, poeta, esperto di musica, scrittore, regista, drammaturgo.
Il filo che lega la trama del grande intellettuale è il sentimento del sacro che, tranne in ambito teatrale, è presente ovunque nella sua produzione artistica.
Il sacro Pasolini lo cerca e lo perde, in questa assenza di sacro egli si strugge.
Il sacro lo trova nella natura, nelle saggine , nel Tagliamento, come bene descrive nella raccolta di poesie La religione del mio tempo, nel luoghi da lui amati: Casarsa, Roma, Napoli, l’ Oriente, l ‘Africa. Lo trova nella musica, nel calcio, nei corpi dei giovani sottoproletari.
Rosella Lisoni ha sottolineato  come il cinema di Pasolini sia un cinema di poesia, onirico, a tratti magico, un cinema da Pasolini stesso  definito “lingua scritta della realta’”.
Un cinema che accoglie il sacro: la Ricotta, il Vangelo, Medea, e la perdita del sacro, come in Teorema.
Una testimonianza quella di Pasolini che  resta la migliore chiave interpretativa per capire anche ciò che succede oggi.
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