Graffignano. La Farmacia non va venduta, ma resa produttiva

graffignano

Riceviamo da Stefania Profili già Assessore Vicesindaco del Comune di Graffignano la seguente lettera aperta :

“Carissimi Sipiccianesi,
Cari cittadini/contribuenti del Comune di Graffignano,a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Ho letto con attenzione tutte le carte e voglio dirvi l’idea che mi sono fatta e che qualcuno degli attuali Amministratori dovrebbe avere il coraggio di confermare.
Riepilogo, per chi non la conoscesse, la storia della farmacia comunale, il probabile futuro che si prospetta e una proposta:
STORIA– A maggio del 2001 il dott. Giuliano Rossi, titolare della farmacia e del dispensario ubicati nel Comune di Graffignano, rispettivamente, in Via Luigi Cori n. 9 e nella frazione di Sipicciano, venutosi a trovare in grave difficoltà finanziaria, con nota del 21/5/2001, significava che non era più in grado di svolgere il servizio, in quanto gli veniva rifiutata la fornitura dei medicinali, ed offriva in consegna al Sindaco di Graffignano, Dott. Avv. Norberto Nisi, le chiavi della farmacia e del dispensario, sollecitando la competente Autorità a prodigarsi per il ripristino del servizio nel più breve tempo possibile.
– Il Sindaco Nisi adotta immediatamente il decreto di decadenza disponendo, nel contempo, l’istituzione di un servizio farmaceutico provvisorio nel territorio del Comune e nella frazione di Sipicciano, individuando la sede nei locali al piano terra della Delegazione comunale in Piazza Umberto I. I lavori di adeguamento della nuova sede vengono effettuati nell’estate 2001 e la farmacia inizia l’attività con gestione diretta del Comune.
– Il Comune di Graffignano diventa titolare del diritto di esercizio della farmacia comunale sita in Sipicciano, piazza Umberto I, giusta concessione rilasciata con provvedimento della Giunta Regione Lazio n. 931/2001, annullata dal TAR Lazio e poi confermata con deliberazione regionale n. 1110/2005, su richiesta del Comune di Graffignano.
– La farmacia ha avuto utili complessivi in 14 anni di attività di 1.480.000 euro, con picchi di utili pari a 120.000 euro/anno (come pubblicato sulla delibera di Consiglio n. 32 del 23/08/2015).
OGGI– Attualmente, nonostante un preciso disegno dell’attuale Amministrazione di abbassarne l’efficienza e la produttività (scarso rifornimento di medicinali e annullamento del CUP dallo scorso mese di dicembre), la farmacia comunale rende ancora circa 40.000 euro/anno.
CATTIVO PENSIERO
– Ed eccoci all’attualità e al cattivo pensiero. Dallo scorso anno è stata artatamente messa in giro una voce, da parte dei nuovi Amministratori, che il Comune è indebitato fino al collo e che hanno trovato una situazione di gran lunga peggiore alle aspettative. Pertanto, dopo essersi fatti certificare il debito (che non hanno volutamente distinto dagli investimenti, ma questo ve lo racconterò in un’altra puntata…), hanno convenuto un piano triennale di rientro per l’estinzione di 431.390 euro. Quale migliore asset (cespite) da vendere per ripianare il debito se non la farmacia? Però, ed ecco il cattivo pensiero, chi potrà beneficiare dell’acquisto? Ci sono sempre gli amici degli amici da accontentare… e allora il piano si affina…
– Il 12/10/2015 la giunta delibera il conferimento dell’incarico professionale per la stima del valore della farmacia da porre a base d’asta al dott. Alessandro Patassini, responsabile del Settore Economico Finanziario del Comune di Graffignano, giustificando la scelta con il fatto che il Comune ha una persona con la professionalità necessaria e quindi non ha bisogno di avvalersi di professionalità esterne.
– Il 26/10/2015 Il dott. Patassini consegna sotto giuramento al Segretario comunale dott.ssa Rita Padula la stima. Nella premessa viene dichiarato il falso, affermando che “la farmacia effettua il servizio di prenotazione CUP”, che risulta cessato lo scorso mese di dicembre. Inoltre, dopo aver elencato in premessa 6 metodi scientifici da poter arrivare ad una valutazione della farmacia, ha scelto il 7°, cioè quello empirico o, meglio, quello “made Patassini & Co.”. Pertanto la stima del valore della farmacia è fatta “ad personam” ed è per questo motivo che è così bassa (478.450 euro). Inoltre, ad avvalorare la mia tesi, nelle conclusioni della stima il dott. Patassini dichiara che ha utilizzato un “coefficiente moltiplicatore prossimo a 1,16 volte il fatturato medio stimato dell’ultimo triennio”. Quì si certifica la volontà pregressa di svendere la farmacia, facendole produrre volutamente un fatturato basso per giustificare un prezzo basso per la vendita o, meglio per la svendita.
– Il 02/12/2015 alle ore 9.30 è prevista l’asta pubblica per la cessione della titolarità della farmacia comunale sita a Sipicciano (VT) in Piazza Umberto I e della connessa azienda commerciale.
CONSIDERAZIONI– Gli attuali Amministratori, se è vero (ma è tutto da dimostrare) che hanno trovato un Comune disastrato finanziariamente, dovevano far rendere al massimo l’unica risorsa certa del Comune che è la farmacia. E invece, artefici di un piano perverso, hanno fatto prima ridurre quasi al lastrico gli utili per poi svenderla e farla acquistare dagli amici degli amici.
– Non si possono ripianare i debiti accusando i precedenti Amministratori di averli contratti utilizzando però gli asset (cespiti) che quegli stessi amministratori hanno creato. Delle due l’una: o gli Amministatori passati hanno creato debiti, oppure hanno creato cespiti. Non si possono accusare per una cosa per poi utilizzare a proprio vantaggio (e sicuramente non a vantaggio della comunità) l’altra.
– Perché l’attuale Amministrazione non ha scelto di vendere gli asset improduttivi (il castello, palazzo Caccia,…)? La risposta è nelle cose: perché non accontentano i possibili futuri acquirenti. Ma questa scelta non può andare a discapito di un servizio e della comunità.
CONCLUSIONI
– Se questa mia tesi è sbagliata, gli Amministratori dovrebbero recedere dalla vendita della farmacia, altrimenti se vanno avanti, mi daranno ragione.
PROPOSTA – Non vendere la farmacia, impegnarsi a renderla nuovamente produttiva e, con utili veri (100.000/120.000 euro/anno), rientrare gradualmente del debito vero, al netto degli investimenti.”

11 novembre 2015 Stefania Profiligià Assessore Vicesindaco del Comune di Graffignano

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