Alla Festa della Civiltà Contadina ed Artigiana di Acquapendente rivive il mito della carbonaia

Novembre 2017-agosto 2024. Sette anni possono essere tanti. Ma anche pochi per Claudio Speroni e Jimmi Davies, che assieme al motivatissimo gruppo Officine Kairos ha fatto rivivere nella serata prima giornata Festa della Civiltà Contadina ed Artigiana di Acquapendente il “mito della carbonaia” griffato Maestro Alessandro Fani. Basterà recarsi presso il laboratorio di via Roma 24 per ascoltare una storia favolosa e prenotare una visita guidata fino alle pendici del Monte Rufeno, dove nel fitto della Riserva Naturale una capanna colpisce l’escursionista e lo induce alla sosta. Si tratta della ricostruzione di una capanna di carbonai e nelle immediate vicinanze si vedono le carbonaie. In alcuni punti del bosco i carbonai realizzavano delle piccole “piazzole” e installavano questi insediamenti. Ma oramai nei boschi si riconoscono – se si ha l’occhio esperto – soltanto gli “spiazzi”, mentre ovviamente queste costruzioni sono del tutto scomparse, anche perché erano stagionali e dunque non permanenti. Quella nella foto fu realizzata a scopo didattico da Alessandro Fani, uno degli ultimi “carbonari” d’Italia.

Fotografia

E che gli stessi Claudio Speroni e Jimmy Davies in qualità di “Miei” hanno frequentato. Forse un po’ attempati nell’età rispetto a quella figura classica e caratteristica fino al periodo fra le due guerre mondiali nella società montanara del Pratomagno. In pillole ragazzo di circa 12 anni, che una famiglia povera affidava per un certo periodo di tempo a un’altra famiglia, soprattutto di carbonai o boscaioli, per lavorare e imparare il mestiere. Ma che comunque hanno avuto la fortuna di conoscere e frequentare. Oggi rimane il loro amore per questi luoghi che aleggia nel bosco. Poco a valle è il Casale Felceto, custode di altre memorie contadine, con una piccola scuola.

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