“Sarò vescovo della comunicazione”. Monsignor Orazio Francesco Piazza incontra i giornalisti per il suo primo incontro con la stampa. Non sarà l’ultimo c’è da giurarlo. Perché il nuovo presule di Viterbo ricorda che lo stesso Vangelo è comunicazione. E lui continuerà a dialogare, a stare in mezzo alla gente, come ha fatto per dieci anni nella diocesi di Sessa Aurunca: “Una realtà ben diversa con i suoi cinque comuni, mentre qui sono trentacinque”. Un lungo sospiro, quasi a chiedere sostegno morale. Monsignor Francesco Piazza (“preferisco Franco, ad essere sincero, perché è più breve”) non tradisce la sua origine campana, ci mancherebbe altro: concetti sovente alleggeriti da battute in puro slang napoletano, pardon beneventano: briosità, spirito, verve, vivacità. Magari un escamotage dialettico per trasmettere idee e soprattutto determinata volontà a perseguire obiettivi che sono assolutamente concreti e da sempre nella sua testa. “Chiedo innanzi tutto – sottolinea – che mi aiutiate a capire. E comunque non darò mai giudizi preventivi. Il dialogo è alla base del bene del territorio ed è aperto con tutti”. Come dire che non prenderà mai alcuna decisione prima di aver approfondito il tema e sul tema essersi consultato. Ma no all’immobilismo. Monsignore mostra di aver un progetto chiarissimo sugli obiettivi da perseguire: “Innanzi tutto è necessario ricomporre la trama sociale che con il Covid si è lacerata ancora di più. Sì, siamo messi malino. Ricordo che un cristiano è anche un cittadino”. Si mostra quasi ansioso di conoscere tutti: ha già incontrato amministratori locali, rappresentanti di associazioni, vedrà gente delle confraternite, dei gruppi religiosi e di volontariato. “Voglio appassionarmi, voglio innamorarmi, voglio fare il bene di questa terra. Voglio vedere, toccare, constatare quello che ci unisce prima che quello che ci divide. La comunicazione serve soprattutto a questo”. La conferenza termina dopo oltre un’ora con un fervorino collettivo ispirato da Tommaso Moro. E un nuovo appuntamento per la “Giornata Ecclesiale della Comunicazione. “Sarà anche una occasione per mangiarci ‘na pizza”.
Lo stemma episcopale di monsignor Orazio Francesco Piazza è uno scudo che può avere varie forme e contiene simbolismi tratti da ideali personali o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita o altro. Una croce astile a un braccio traverso in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo. Un cappello prelatizio con cordoni a dodici fiochi, pendenti, sei per ciascun lato, il tutto di colore verde. Un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero: “Christus lumen gentium”, (Cristo luce delle genti).



























