Ci sono quindici miliardi e mezzo da spendere per il Lazio. Arrivano in gran parte dall’Europa e dovranno essere utilizzati senza commettere errori. “Non possiamo sbagliare perché sono soldi che mica potranno essere spesi per scavare e poi a ricoprire delle buche, ma che andranno a debito dei nostri figli”. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, non ricorre certamente a giri di parole per sottolineare come quello che stiamo attraversando sia un momento storico delicato, probabilmente decisivo, con la devastazione di un Covid che non si è ancora esaurito e con l’incubo di una guerra a noi vicinissima. All’Università della Tuscia il presidente della Regione (insieme ai suoi più stretti collaboratori, il vice presidente Daniele Leodori, gli assessori Paolo Orneli e Alessandra Troncarelli, il consigliere Enrico Panunzi e al Rettore Stefano Ubertini) partecipa alla presentazione del progetto “Per far bene, per tutti”, ma in sostanza l’incontro diventa l’occasione per stilare un bilancio di nove anni di governo e indicare per grandi linee gli interventi programmatici futuri. Con la dotazione di oltre quindici miliardi cofinanziati dalla Ue. “Risorse – puntualizza Zingaretti – che saranno fondamentali nei prossimi sei mesi perché dovranno servire per i prossimi sessanta anni. Il tema non è spenderle, ma come spenderle. Ecco perché abbiamo la grande opportunità di creare un nuovo modello di sviluppo”. La tappa di Viterbo è la seconda in ordine di tempo, dopo Frosinone, tra quelle fissate dallo stato maggiore della Pisana. Il giro, che comprende anche Latina e Rieti, si concluderà il 13 maggio a Roma. Un “tour di ascolto”, come lo ha definito il vice Leodori, che servirà a preparare la stesura definitiva delle priorità e dei tempi degli interventi. “La Tuscia può essere protagonista – sottolinea l’assessore Orneli – perché ha sempre e comunque il dono della bellezza che va valorizzata anche attraverso l’innovazione tecnologica. E poi può contare su tre asset formidabili come, il termalismo, il distretto della ceramica, il settore agroalimentare e dell’artigianato”. I quindici miliardi e mezzo, in sostanza, arriveranno dal Pnrr (cioè il Piano nazionale di ripresa e resilienza) e dal Por Lazio Fse (cioè il Programma operativo regionale cofinanziato dal Fondo sociale europeo). Una buona fetta del finanziamento, ovviamente sarà destinata alle imprese, ai trasporti, al recupero dei centri storici, mentre la residua parte al progetto di sostenibilità, innovazione, inclusione che parte dal 2021 e arriva al 2027. In particolare, gli interventi del Por/Fse saranno incentrati sulla occupazione (396 milioni di euro), sull’istruzione e formazione (436 milioni), sull’inclusione sociale (473,5 milioni), sui giovani (233 milioni). “Ci si offre – insiste Orneli – una opportunità che può cambiare tutto. Guai a farcela sfuggire”.
Zingaretti all’Unitus, “Mai così tante risorse per un nuovo modello di sviluppo. Non possiamo sbagliare”
di Luciano Costantini