Vulci, il ritrovamento di tre tombe “a pozzetto” risalenti all’età del Ferro

Il Parco di Vulci ha rivelato un’altra sorpresa inedita: il ritrovamento di ben tre tombe perfettamente conservate in un’area anche abbastanza isolata: quella sulla collinetta del versante est della necropoli di Poggetto Mengarelli. Una scoperta molto importante: le tre tombe ‘a pozzetto’ risalgono all’età del Ferro ed è molto raro rinvenirne. L’epoca è quella tra la fine del X e i primi del IX secolo a. C. e sicuramente l’analisi e lo studio più dettagliato sulle urne cinerarie, recuperate integre, forniranno ulteriori informazioni importanti a comprendere particolari utili sulla civiltà etrusca stessa. L’esito delle indagini sarà rivelato nel convegno del 3 dicembre prossimo dal titolo “Vulci in progress”.
Per il momento molti gli aspetti da chiarire. Sembrerebbe trattarsi di una famiglia, come spiegano gli antropologi, composta da un uomo, una donna e un bimbo di età compresa fra i 9 e gli 11 anni.
Ma si riscontra anche una simbologia da interpretare: è quella sulle decorazioni dei vasi di ceramica delle urne, coperti da una ciotola e chiusi con una lastra calcarea. Una serie di puntini, di figure geometriche e stilizzate come triangoli capovolti. Per il momento una certezza: non è una scoperta casuale, fortuita e neppure singola; gli scavi sul Poggetto Mengarelli, iniziati nel 2015 a seguito di un tentativo di scavo clandestino che portò al recupero della tomba dello “Scarabeo dorato” e ad un contesto molto ricco, con oltre 100 sepolture, stanno consentendo l’allargamento del raggio d’azione della ricerca e di conoscenza,in futuro, per la ricostruzione sempre più completa della storia della città di Vulci.
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