Visto da noi: Il Grande Spirito con un Sergio Rubini davanti e dietro la macchina da presa

di Nicole Chiassarini

Il Grande Spirito, in visione nella sale è il nuovo film diretto ed interpretato da Sergio Rubini attore tra i più affermati del nostro cinema, con Rocco Papaleo, Bianca Guaccero, Geno Diana e Ivana Lotito. Noi di TusciaUp lo abbiamo visto in questo fine settimana di pioggia, soddisfatti anche di vedere i cinema sempre frequentati.
Il Grande Spirito è una commedia che si affaccia al genere del western urbano. Un film ambientato a Taranto, dove l’ILVA si mostra costantemente e opprime il paesaggio, dove anche la povertà e la miseria sociale fanno da sfondo alle storie dei personaggi. Tutto inizia nella periferia di Taranto, nel corso di una rapina, dove uno dei tre complici, Tonino (Sergio Rubini), approfitta della distrazione dei due e fugge con tutto il bottino. La sua corsa, inseguito dai complici infuriati, procede di tetto in tetto, fino a ritrovarsi nella terrazza più alta oltre la quale c’è solo uno strapiombo. Costretto a nascondersi, Tonino incontra uno strano individuo (Rocco Papaleo) con una piuma sulla testa. Il suo nome è Renato, ma sostiene di chiamarsi Cervo Nero e di appartenere alla tribù dei Sioux. In questa immobilità forzata il protagonista avrà solo una scelta, allearsi con lo squilibrato che, forse proprio perché vede il mondo da un’altra prospettiva, potrà fargli dono della chiave per uscire da quel vicolo cieco.
Due uomini estremi, due idee del mondo completamente diverse, provenienti da una fascia della società degradata. Un sognatore appollaiato su una terrazza e un ladro senza metafisica. Personaggi completamente diversi che riescono ad incrociarsi e ritrovarsi a vedere ciò che li circonda l’uno con gli occhi dell’altro. Ma solo grazie allo sguardo e al pensiero innocente dell’indiano i personaggi potranno salvarsi. Una commedia che vuole dimostrare che l’innocenza è l’unica possibilità di salvezza che abbiamo, quando il cinismo non fa altro che farci sbattere contro muri insormontabili. Sarà il personaggio di Renato ad arricchire la storia di sogni, speranze e rendere la narrazione originale rispetto a molti film sulla criminalità meridionale. Attori scelti con meticolosità, che hanno saputo rendere la pellicola piacevole e divertente. Due personaggi, quelli di Rubini e Papaleo, che sanno incastrarsi perfettamente, regalando un’esperienza che oscilla tra sogno e realtà con nonchalance. La stessa fotografia riesce a conciliare i due pensieri e modi di vedere la vita dei personaggi. Ma senza scordarsi mai di mostrare l’ILVA, la rappresentazione fisica della miseria che opprime un paesaggio che prima, a detta del personaggio di Renato, era pieno di praterie, una terra sacra. Un film simbolico che insieme alle avventure dei personaggi e alla loro crescita personale, racconta dello stabilimento che è cancro, reale, il fondo della città e il pianoforte di Ludovico Einaudi impreziosisce il tutto facendo partire il tema musicale portante ogni volta che l’ILVA si mostra imponente osservatrice e mostruosa. Ma anche tutta la bellezza che ci viene mostrata è vera: il mare, la Città Vecchia e i suoi vicoli, i pescherecci, il sole, il lungomare. Un bello e un brutto che si fondono e diventano arte, paesaggio e società, creando personaggi buoni e sognanti come Renato, e personaggi cattivi che vogliono vendicarsi del tradimento di Tonino.
“Dentro ogni essere umano, anche il più abbietto c’è sempre una scintilla che è la possibilità di salvarsi. La speranza – ha affermato il regista Sergio Rubini in una intervista. Questo è un film contro il cinismo, che vuole lanciare un messaggio di speranza. L’amicizia, gli affetti, l’innocenza sono ancora valori che possono aiutare a farci vivere meglio. Non è un film etico, ma utilitaristico: si vive meglio quando si sta bene e si è in pace con gli altri. Anche la diversità, in questo film quella di Papaleo, può esserci d’aiuto. Per vivere bene bisogna che viva bene anche chi ci sta accanto”
Il Grande Spirito è un film che crede nella speranza e nel bene e lo racconta con una storia di amicizia e diversità. Una pellicola che oltre a saper fare ridere, ha saputo fare riflettere. Un film ambientato sui tetti di Taranto che in modo simbolico vogliono salvare i protagonisti dalla nube tossica che l’Ilva sprigiona. Perché per salvarsi bisogna faticare, salire ed elevarsi dallo stato più basso della società. Un incontro voluto dal destino quello dei due protagonisti, che ha portato alla creazione di un forte legame e alla salvezza di chi ha saputo guardare con occhi pieni di innocenza. Questo è Il Grande Spirito di Sergio Rubini, un film divertente ed emozionante.”Penso che ogni storia abbia bisogno della sua penna, della sua scrittura, perché ogni film ha bisogno di essere raccontato nel suo modo,credo che poi alla fine a dispetto del cinismo sia sempre l’innocenza a vincere”, ha ribadito il regista Rubini”.
Una pellicola, se siete amanti della commedia e del buon cinema italiano, assolutamente da vedere.

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