Veronica Hadjiphani Lorenzetti, l’artista con il mondo botanico dentro

di Luciano Pasquini

Lasciare la sua amata Cipro per Veronica Hadjiphani Lorenzetti a seguito dell’invasione Turca del 20 Luglio 1974 è stato sicuramente un duro colpo, cosi come negli anni successivi capire che il mondo della pubblicità, dove ha lavorato,  le stava stretto.

“Il fatto di avere conseguito studi e lavorato nell’ambito dell’arte e del design – sostiene Veronica Hadjiphani Lorenzetti – mi ha indotto a vedere ogni cosa, vivente e non, con un interesse che è andato oltre l’impressione del momento. Dopo aver lasciato il commercial design, sono entrata nel mondo botanico, sempre attraverso il disegno. Ho avuto allora la conferma che ogni ispirazione di forma, colore e comportamento proviene dalla natura”. Era il 1992, l’anno in cui mette a fuoco una tecnica e una passione che non lasciano spazio all’interpretazione.

La ritroviamo al Palazzo dei Priori di Narni, piccolo antico  scrigno dell’Umbria, per la sua mostra “Le Rosaceae”, dal  3 al 12 ottobre . Le Rosaceae come quelle  antiche varietà di pere, mele d’Italia e cinorrodi, un contributo iconografico alla salvaguardia della biodiversità .

Il cursus di Veronica è ben nutrito. Ha studiato Disegno alla Coventry University già Lancester Polytechnic, presente più volte à Courson,in francia con mostre monotematiche, nel 2018 ha allestito ben due mostre: presso la UNI Cosmesi a Viterbo la prima, dal titolo “Tesori nascosti in un roseto” , ritraeva lo scrigno prezioso di sostanze benefiche che i roseti lasciano una volta sfioriti; la seconda, dal titolo “Salute e Bellezza in un antico frutteto”, con frutta dalla varietà di forme e di colori insospettate. Ha collaborato con numerose Università  tra le quali quella della Tuscia  per l’allestimento di una interessante mostra all’“Orto botanico Angelo Rambelli”,”Le Opuntie,” presso l’Accademia dei Georgofili, l‘esposizione di acquarelli botanici dal titolo “Frutti antichi”, sulle tracce del georgofilo Giovanni Mariti  che soggiornò nell’isola di Cipro  nel 1760 e 1768.

Adesso è qui  a Narni e la sua esposizione è dedicata all’infinito mondo delle rose, ricco di forme e sfumature di colore che corrisponde ad un altrettanto infinito mondo di “cinorroidi”.

Nel corso degli anni ha raccolto e trascritto i nomi e disegnato nei roseti che ospitano preziose collezioni, sia in Italia che in Francia, Germania, Inghilterra  rendendosi conto che questo lavoro costituiva un supporto importante per chi si occupa di rose e di ibridazione, tale da poter affermare che in alcuni casi i disegni sono diventati un utile strumento di lavoro. Un altro sguardo interessante della mostra riporta alla rappresentazione delle cultivar autoctone e alla salvaguardia della biodiversità, quest’ultimo un tema particolarmente caro all’artista.

La concretezza dei temi toccati da Veronica Hadjiphani Lorenzetti evoca il  nostro patrimonio e ne fissa una tradizione, mossa dai tanti contadini-frutticoltori che, con sapienza e lungimiranza, hanno conservato e valorizzato migliaia di cultivar autoctone.

I “Frutti Antichi” sono quelli che nell’arco degli ultimi cinquanta anni hanno conosciuto un lento e progressivo abbandono, privilegiato dalla moderna cultura di carattere industriale. E’ attraverso la secolarità degli alberi sopravvissuti, che si può ritrovare il paesaggio nella sua ambientazione naturale.Un dettaglio che è l’elemento emergente di questa artista  che ha scelto la Tuscia, forse inconsciamente sua musa ispiratrice.

Un invito a visitare la mostra, allestita ancora in questo fine settimana, l’occasione per soffermarsi sulla bellezza di un borgo ricco di storia come Narni.

 

 

 

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