Vaccini. Il Ministero della Salute scrive alla Fish: «le persone con disabilità avranno la priorità»

Come ha riferito il giornalista e scrittore, Gianluca Nicoletti, durante la trasmissione televisiva “Piazza Pulita” che è andata in onda giovedì scorso su La 7 ponendo l’attenzione sul tema dei vaccini per le persone con disabilità, ospitando, dunque, la posizione della Fish: «è dal 3 dicembre che il presidente della Federazione italiana superamento handicap, Vincenzo Falabella, ha scritto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, chiedendo chiarimenti alle istituzioni sulla possibilità che le persone con disabilità, a prescindere dalla gravita della loro condizione, possano avere la priorità tra quelle da vaccinare con urgenza».
Ed è quanto aveva chiesto la Federazione, più volte, negli ultimi mesi, lanciando l’allarme sul fatto che molte delle persone con disabilità rischiavano di rimanere fuori dalle previsioni contenute nel piano vaccinale che era stato aggiornato il 3 febbraio dal Ministero della Salute a margine della Conferenza Stato Regioni.
La Fish aveva denunciato che la maggior parte delle persone con disabilità rischiavano, in questo modo, di rimanere fuori nelle primissime fasi dell’attuazione del programma vaccinale «ossia la buona parte di coloro che non sono ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) o nelle residenze sanitarie per disabili (Rsd)». Proprio le persone che «a prescindere dalla loro condizione di salute sono tra le più a rischio di essere contagiate e al tempo stesso di contagiarne altre; data l’impossibilità, appunto, di assicurare il distanziamento fisico», si leggeva nell’ultima lettera inviata al Ministero della Salute: «non ci può certo andare bene, come Fish, che la soluzione resa nota dalle istituzioni sia quella di categorizzare o dividere per patologie la disabilità». E ancora, «mentre il percorso vaccinale va avanti, non possiamo accettare che la modalità di somministrazione sia quella di fare figli e figliastri tra persone con diversi tipi di disabilità».
Ora, però, la risposta del dicastero retto da Roberto Speranza finalmente è arrivata, con la precisazione e la rassicurazione che «una volta completata la vaccinazione del personale sanitario, del personale operante e degli ospiti nelle strutture residenziali assistite e delle persone con età superiore agli 80 anni, nell’ottica di rispetto di principi di equità e di protezione della fragilità, si procederà a dare priorità ad alcune categorie di cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche». Tradotto: il Ministero della Salute ha riconosciuto che «ai soggetti affetti da disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica corrispondenti ai portatori di handicap gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, in quanto riconosciute situazioni di gravità si determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici».
E questo è il risultato, senza dubbio, il frutto della campagna di pressione attuata dalla Fish nei confronti delle istituzioni, tra cui la lettera inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, qualche giorno fa, e in cui la Federazione aveva denunciato che «la frammentazione di informazione e la mancanza di un accesso prioritario ai percorsi di vaccinazione sta gettando in confusione ed agitazione milioni di persone con disabilità e le loro famiglie, gli assistenti personali e le persone che lavorano nei servizi relativi alla disabilità». Non soltanto. La Fish aveva lanciato l’allarme, inoltre, sul fatto che ogni regione stava gestendo in maniera differente la somministrazione dei vaccini, attuando una differenziazione per patologie che stava generando una incresciosa, triste e antidemocratica guerra tra poveri.
Ed è su quella che è stata definita la disordinata campagna vaccinale delle diverse regioni italiane che la Fish torna a chiedere chiarezza, perché è vero che gli enti locali stanno procedendo in ordine sparso senza attenersi strettamente alle indicazioni ministeriali. Basti pensare all’esempio di alcune regioni, dove si riconoscono come persone che hanno la priorità nella vaccinazione soltanto quelli affetti da
disabilità gravissime, che versano, cioè, in uno stato di coma, vegetativo, che siano dipendenti da ventilazione meccanica assistita che, in altre parole, siano in condizione di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ad altre regioni come la Sardegna, in cui la vaccinazione di disabili, malati cronici e non autosufficienti è stata rimandata per mancanza di vaccini. Oppure alla Campania, dove si è rimasti alle dichiarazioni di intenti: «bisogna garantire la priorità nella vaccinazione anti-Covid alle categorie più deboli, ma per ora nessun calendario». Ed è per questo che la Fish, oggi, è tornata a chiedere chiarimenti sui vaccini; stavolta, chiedendo alle regioni di adeguarsi ai dettami ministeriali.

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