Unitus mette in vetrina il suo brand

Ore 11, Università degli Studi Viterbo, blocco F, aula 10 al Riello. C’è lezione di merchandising, non per insegnare agli studenti le più moderne linee guida della scienza del commercio, quanto per esporre ed illustrare, una volta tanto, i prodotti della casa. Quelli, tanto per intenderci, che Unitus metterà in vetrina e in vendita attraverso il sito “store.cusviterbo.it” (prezzi ridotti del 10% per gli studenti). “Ovviamente – precisa il Rettore, Stefano Ubertini – in questa iniziativa non c’è alcuno scopo di lucro, ma la volontà di fare comunità e di far conoscere al meglio l’ateneo viterbese nel segno di una precisa identità”. Una offerta che è insieme immagine e sostanza, prodotto doc dell’università e del suo territorio. Ricchissimo l’Unitus-store: dalle felpe alle t-shirt, dalle cravatte alle penne, dalle bottigliette termiche ai cappellini, dagli zaini ai quaderni per appunti, dai bicchieri agli ombrelli. Tutti contrassegnati dal sigillo dell’ateneo. Non poteva mancare la mascotte: un simpatico orsacchiotto di nome Ettore. Tutti “pezzi” immaginati, disegnati, realizzati nel più scrupoloso rispetto dei parametri ecosostenibili: resistenza, biologico, basso impatto ambientale, sostenibilità, certificazione. Spiega il professor Mario Pireddu, curatore dell’Immagine Unitus: “Abbiamo osservato le norme più scrupolose per coniugare qualità e prezzo, sempre tenendo presente l’obiettivo finale, quello di valorizzare l’immagine e le potenzialità della nostra università”. Sport e didattica insieme. Non per niente dopo 17 anni – annuncia con legittimo orgoglio il Rettore – riprenderà in grande stile la nostra attività agonistica a livello nazionale proprio attraverso il Cus. I primi appuntamenti delle Universiadi sono fissati a Cassino, per le due squadre di pallavolo femminile e maschile. La lezione di merchandising termina dopo circa mezzora. Con un caldo invito rivolto dallo stesso Rettore agli studenti seduti in platea: “Dite ai vostri compagni di tornare alle lezioni in presenza. Riprendiamo a vivere e studiare insieme. Anche perché noi abbiamo bisogno di voi e voi di noi”. (L.C.)

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